giovedì 25 novembre 2010

Torre del .... Balsamo




Il Programma Integrato Urbano Europa, meglio conosciuto come PIU Europa è un documento di programmazione europeo, deliberato con decisione n. 4265 dell'11 settembre 2007 dal Parlamento Europeo, con il quale si individua come priorità "l’innalzamento della qualità della vita nelle città, indicando tra le sua attività “Piani integrati di sviluppo urbano” nelle città medie, da perseguirsi attraverso una forte integrazione delle politiche urbane con quelle per l’inclusione ed il benessere sociale e per la legalità e la sicurezza".
In altre parole, l'Europa puntava all'innalzamento della qualità della vita urbana, sociale, ambientale ed energetica di specifici ambiti oggetto di intervento attraverso il finanziamento di progetti elaborati con un'azione congiunta e coordinata dei diversi Enti competenti, al fine di attivare azioni atte a rimuovere particolari criticità, quali il degrado ambientale, elevati tassi di disoccupazione, livello di criminalità, ecc.. E così, le città che ne avevano i requisiti e idee progettuali, firmavano un protocollo d'intesa con la Regione di appartenenza, la quale poi girocontava i fondi dell'UE una volta che questa avrebbe approvato il progetto. Semplice, lodevole da parte dell'Europa aiutare zone economicamente svantaggiate.
Torre del Greco nel 2008 firma un protocollo d'intesa con la Regione Campania, con il quale manifesta il suo interesse a partecipare, individuando come zona di interesse la zona portuale e gli innesti urbani tra porto e parti della struttura urbana sia del centro storico sia del Miglio d'Oro. Lodevole. Il programma europeo però prevede dei paletti di progettazione, che deve essere partecipata con le realtà civiche, tanto da essere richiesto un "circolo virtuoso tra Ente Locale, cittadini, istituzioni del territorio e imprenditori delle attività legate al mare, del commercio, del turismo, dei prodotti tipici e dei servizi per valorizzare l'ambiente urbano e al contempo rafforzare ed accrescere il senso di identità ed appartenenza degli abitanti alla comunità locale e rigenerare e rivitalizzare il sistema economico-produttivo ivi localizzato" (dal documento Avviso Assemblea Pubblica PIU Europa). Bellissime parole. Viene convocato quindi un primo incontro con la cittadinanza al Multisala Corallo, parliamo sempre del 2008. Vengono nominati commissioni tecniche, di valutazione, tavoli di concertazione civica, che fanno sedere uno accanto all'altro esponenti politici, tecnici della società civile, rappresentanti di associazioni territoriali. Cominciano, mano a mano che si susseguono le riunioni, screzi, polemiche, accuse, dimissioni. La commissione tecnico scientifica, composta da tecnici indipendenti della società civile, viene letteralmente ignorata durante tutto il processo decisionale. Viene partorito tra polemiche, denunce, accuse di abuso di ufficio, di irregolarità, di incompetenza, un progetto vecchio di 20 anni per la realizzazione di interventi strutturali al porto, ai Molini Marzoli, ma anche ad alcune vie del centro storico (via Roma, via Diego Colamarino, ecc.) decisi unilateralmente dal comune. Progetti tenuti nel cassetto tanti anni per la impossibilità di operare interventi non previsti nel piano urbanistico, rispolverati ora in vista della possibilità di "forzare" i vincoli in nome dell'Unione Europea. Così, ieri 24 novembre 2010 in sede di consiglio comunale l'intero plico di progetti è stato messo al voto del consiglio, per l'approvazione delle modifiche al Piano Urbanistico attuale (che non consentirebbe nessun intervento del genere) e l'adozione del PUC (Piano Urbanistico Comunale) che darebbe il via libera all'ok. Con una grande sorpresa! Tra i progetti "spillati" dietro alle progettualità di intervento di aree pubbliche, ve ne è uno molto interessante: è proposto da "Consorzio Villa Inglese S.r.l." (già mi pare un'anomalia di denominazione sociale) ed indovinate in quale area prevede interventi? Sì, vi ho già aiutato con il titolo: è l'area PRIVATA della F.lli Balsamo S.r.l. che sul suo terreno (dove ora sorgono montagne di ecoballe, a viale Europa) vorrebbe realizzare (con i soldi pubblici Europei) nientepopodimeno che un "Parco Ecosostenibile innovativo destinato ad attività integrate" (?). Avete capito bene: un progetto PUBBLICO finanziato da soldi PUBBLICI EUROPEI che nasconde un progetto PRIVATO su proprietà PRIVATA destinata attualmente a cava di RSU, RIFIUTI INGOMBRANTI, ECOBALLE, ecc.. Pazzesco! Sul sito del comune non si ha ancora notizia della delibera (approvata o meno), ma il fatto che ci abbiano inculato di nuovo è già realtà! I F.lli Balsamo continuano a mietere successi!

martedì 23 novembre 2010

Dio esiste...ed ha il codino



Sono appassionato di calcio giocato, non mi piace guardarlo in tv, non riesco ad appassionarmi ad un sistema nazionale ed internazionale palesemente falsato, corrotto, corruttore, miliardario, arrogante. Ma credo nelle eccezioni: credo in Damiano Tommasi, campione fuori dal campo, prima che in campo. Credo nei "campetti di periferia". Credo nel calcio amatoriale. Credo in esempi che riportano ad un senso di umiltà oramai perduto. E credo che Roberto Baggio con la maglia del Brescia sia la più bella immagine che il gioco del calcio mi ha regalato dopo Maradona. Un giocatore "romantico", senza malizia, generoso e sempre corretto. Buttato fuori da un sistema che puntava di più sugli sponsor e sui quattrini che sulle emozioni che due piedi così riuscivano a portare nei cuori della gente. Dopo Maradona, prima di tutti gli altri. Vi consiglio un bellissimo servizio da "Sfide".
Qui in coda, il discorso di Roberto Baggio al "World Summit of Nobel Peace Laureates". Non tutti i calciatori hanno il merito di ricevere il World Peace Awards.

Gentili Signori, illustrissimi Uomini di Pace, desidero innanzitutto ringraziarVi per il riconoscimento con cui avete voluto onorarmi qui ad Hiroshima e so di poter condividere con tutti voi la profonda gioia per la liberazione di Aung San Suu Kyi. E credo non sia casuale che abbiamo potuto insieme condividere questo momento da tutti molto a lungo inseguito e desiderato.
Il XXI secolo è iniziato lasciandosi alle spalle i terribili conflitti mondiali, dai quali è però emersa una verità assoluta: "Niente è più tragico della guerra e niente è più prezioso della Pace".
Imparare dai nostri errori e credere fermamente nell'intrinseca bontà del genere umano: credo che già questo possa essere la base da cui parta il dialogo tra i popoli e possa fare comprendere la follia della guerra.
Chi non ha vissuto la guerra, ed io sono fra questi, difficilmente può comprendere il dolore di una madre, cui la guerra ha strappato un figlio, un padre, un marito, un fratello. A poco valgono le parole quando una vita spezzata urla il suo perché.
Quale guerra o quale conquista può trovare giustificazione di fronte agli occhi pieni di lacrime e di sofferenza di chi la guerra l'ha ingiustamente subita.
Oggi nel pianeta esistono moltissimi conflitti di cui poco si parla, così come esistono grandi cause di potenziale sofferenza.
La Povertà, la Fame, le Epidemie le ho toccate con mano.
Piccole esperienze campaci di risvegliar in me il desiderio profondo di partecipare, anche se pur in maniera silente e modesta, alla sofferenza di quei popoli che la guerra ha reso più emarginati e poveri.
In ognuno di noi risiede il potenziale per essere un promotore attivo della cultura della pace.
Dovremmo osservare il nostro microcosmo e verificare quanto siamo realmente capaci di promuovere il dialogo e la conoscenza reciproca, indispensabili elementi per una cultura di pace.
Ci sono stati nella mi avita momenti in cui se avessi seguito un comportamento irresponsabile ed egocentrico in risposta ai torti o alle ingiustizie subite, avrei potuto innescare una reazione a catena negativa creando così un conflitto.
Grazie agli incoraggiamenti ricevuti dalla mia famiglia prima e dal mio amato Maestro Daisaku Ikeda poi ho imparato che esporre le proprie ragioni con l'uso della forza del dialogo mi ha sostenuto e incoraggiato ad andare oltre le menzogne e le ingiustizie. Ho così evitato piccole battaglie nel mio ambiente.
Se ognuno di noi diventasse un Eroe Moderno, dove per Eroe Moderno intendo tutti coloro che intensamente lavorano per il futuro dell'umanità attraverso il proprio miglioramento personale, costruire la pace sarebbe più facile.
Mi rivolgo a voi istituzioni, Scienziati, Ambasciatori di Pace, siete voi che per primi date l'esempio, così come state facendo anche qui ad Hiroshima, teatro di uno dei più grandi flagelli che l'uomo ricordi.
A mio avviso un punto fondamentale da trasmettere alle generazioni future è il "non dimenticare", come ho avuto modo di riconfermare durante la visita al Memorial Park. E' necessario ricordare le atrocità della guerra e della disastrosa sofferenza che ogni conflitto porta con sé.
Hiroshima, Città della Pace, ha saputo trasmettere le sofferenze provate a tutti noi attraverso il Peace Memorial Museum, l'Atomic Bomb Dome e il Memorial Cenotaph for the Atomic Bomb Victims.
Ogni città del Mondo, dove crescono le future generazioni, deve poter offrire un ricordo di cosa l'uomo sia stato capace di fare, distruggendo il valore umano. Le guerre e le sempre più sofisticate armi non dovranno più essere protagoniste.
In ogni luogo ci siamo noi, le nostre aspirazioni e i nostri sogni. E vicino a noi vivono e sognano altri come noi, con gli stessi desideri e probabilmente con gli stessi bisogni. uniamoci nel dialogo, superiamo le differenze e le diffidenze, costruiamo un ponte dell'amicizia in ogni dove.
Il mio amato Maestro Daisaku Ikeda ci ha insegnato che l'amicizia tra i popoli aiuta a superare le diversità e le paure.
Non dobbiamo avere paura del futuro. E soprattutto non dobbiamo smettere di desiderare un mondo senza armi e senza guerre.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno voluto onorarmi con questo ricevimento e dire che sono molto grato per avermi dato l'opportunità di stare insieme a voi tutti Grandi Costruttori di Pace.

lunedì 22 novembre 2010

Acqua di rubinetto

Chi di noi non ha mai visto in tv, riempito da ipocriti sensi di colpa, documentari e servizi di tg sui km percorsi da donne e bambini in Africa con enormi taniche sulla testa, piene di acqua potabile. Eh sì, perchè in parecchie zone dell'Africa è normale: l'acqua è lontanissima. Si parte la mattina presto, si fa il "pieno", si torna, si beve razionato, si spreca zero. E la mattina successiva, si riparte. Noi, nababbi pigri e oziosi, abbiamo l'acqua in casa, da rubinetto, sempre a pressione, controllata dalla fonte, controllabile in qualsiasi momento, e cosa facciamo? Saliamo in macchina, andiamo al centro commerciale di turno, acquistiamo acqua in super offerta, 6 bottiglie di plastica, un involucro di plastica, e tutto l'inquinamento che hanno prodotto. Senza nemmeno pensare. E sprechiamo l'acqua pubblica: ci laviamo 10 volte al giorno; annaffiamo le piante 2 volte al giorno; defechiamo e uriniamo in un buco di ceramica, nel quale gettiamo almeno 10 volte al giorno 15 litri di acqua potabile; laviamo il pavimento, i piatti, gli abiti. Tutto facciamo, tranne che berla!
Stamattina sul sito del Corriere della Sera è uscito un articolo "Acque all'arsenico: l'UE chiude i rubinetti di 128 comuni italiani". In questo articolo è citato anche Torre del Greco, insieme ad altri comuni della zona vesuviana quali Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, S. Anastasia, San Giorgio a Cremano, S. Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Volla. Grande allarmismo, si parla di possibilità di chiusura dei rubinetti per tanti comuni italiani. In realtà, si tratta di richieste di deroghe ai valori stabiliti con la direttiva 98/83/CE, e già derogate in alcuni casi, dovuti a lavori di adeguamento delle infrastrutture idriche. Ad esempio, se si va a vedere quello che c'è scritto nella richiesta di deroga dello Stato Italiano, per la regione Campania si richiede la deroga massima sino al valore di 2,50 mg fino al termine di lavori che consentirebbero di convogliare parte delle risorse dell'Acquedotto della Campania Occidentale verso il sistema vesuviano, mediante la costruzione del nuovo sistema di adduzione regionale denominato “Sistema Alto” e la ristrutturazione e potenziamento del sistema di adduzione dell’ex Acquedotto Vesuviano con l’intervento denominato “Sistema Primario”. Questo perchè il pozzo vesuviano presenta parametri di fluoro altissimo che non consentirebbero la potabilità. Il tutto è scritto sul sito della Gori S.p.A..
L'Europa ha concesso per il fluoro l'ulteriore deroga richiesta dalla Campania, ma fino al 31/12/2010, questo per consentire appunto i lavori. Ma questo non significa che l'acqua non è potabile, o che l'Europa chiude i rubinetti! Le lobby delle acque minerali cercano di spingere l'utilizzo delle acque in bottiglia, e di orientare il mercato verso il consumo di acque che in realtà non sono nè più controllate nè più sicure e controllate.

mercoledì 17 novembre 2010

E il distributore non lo saaaa… ta-ta-ra tata tara ta-da tara-daaaaa

Personaggi e interpreti:
Produttore: fabbricante del bene (che sia un giocattolo o una macchina a uso professionale o un elettrodomestico è uguale)
Distributore (vedi definizioni sotto allegate)

Sceneggiatura:

Produttore (*): “Cavolo, il prodotto xy ha causato danni/infortuni, devo avvertire le autorità nazionali, rintracciare chi lo sta usando, sostituirlo o adeguarlo… da dove inizio? Ah, sicuramente i miei distributori sanno a chi li han venduti (**), ’spetta che telefono”

Produttore: tuuu tuuu “Ciao Tizio, avrei un problema: il mio prodotto xy sai, così così e cosà”

DistributoreTizio: “E io che c’entro?” (X)

Produttore: “Mi devi mandare l’elenco dei clienti a cui hai venduto il mio prodotto xy e mandarmeli, ho concordato ciò con le autorità che ho informato”

DistributoreTizio: “Non ci penso nemmeno! Uno perché poi tu vendi direttamente a loro o avrai rapporti diretti, due perché non ho tempo di cercare nelle bolle e fatture… divento matto e non ho tempo, ciao ciao” (XX) clic

DistributoreTizio che pensa “E adesso magari mi tocca non vender più quei prodotti lì, che poi son sempre meglio di quelli altri di marca secondaria… bon chissenefrega” (XXX)

… e il Produttore continua le sue telefonate…

(*) Notare la particolare diligenza, professionalità e senso etico del personaggio… ok ok, è un personaggio della fantasia, ma qualcuno di quel tipo lì so che esiste
(**) Il produttore non vende direttamente lui i suoi prodotti ma ha degli intermediari, i distributori per l’appunto
(X) Notare la non conoscenza della legge e il cercare di schivare il problema, nonostante abbia responsabilità anche lui in materia (per dimostrare ciò si allegano le citazioni cogenti sotto)
(XX) Notare la violazione delle disposizioni cogenti (vedi disposizioni elencate)
(XXX) Notare la violazionedelle disposizioni cogenti (vedi disposizioni elencate)

Seguono disposizioni di legge citate e di interesse con evidenziazioni dei passaggi importanti a carico del Distributore

Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 - Codice del Consumo

NB: il codice del consumo italiano è stato impostato come se il consumatore fosse solo il cittadino privato (non professionale), ma a parere dello scrivente e dopo aver sentito dei legali in merito, pare si applichi in modo più ampio… ma qui attendo contributi.

Definizione Art. 103
e) distributore: qualsiasi operatore professionale della catena di commercializzazione, la cui attività non incide sulle caratteristiche di sicurezza dei prodotti;

Art. 104
6. Il distributore deve agire con diligenza nell’esercizio della sua attività per contribuire a garantire l’immissione sul mercato di prodotti sicuri; in particolare è tenuto:
a) a non fornire prodotti di cui conosce o avrebbe dovuto conoscere la pericolosità in base alle informazioni in suo possesso e nella sua qualità di operatore professionale;
b) a partecipare al controllo di sicurezza del prodotto immesso sul mercato, trasmettendo le informazioni concernenti i rischi del prodotto al produttore e alle autorità competenti per le azioni di rispettiva competenza;
c) a collaborare alle azioni intraprese di cui alla lettera b), conservando e fornendo la documentazione idonea a rintracciare l’origine dei prodotti per un periodo di dieci anni dalla data di cessione al consumatore finale.
7. Qualora i produttori e i distributori sappiano o debbano sapere, sulla base delle informazioni in loro possesso e in quanto operatori professionali, che un prodotto da loro immesso sul mercato o altrimenti fornito al consumatore presenta per il consumatore stesso rischi incompatibili con l’obbligo generale di sicurezza, informano immediatamente le amministrazioni competenti, di cui all’articolo 106, comma 1, precisando le azioni intraprese per prevenire i rischi per i consumatori.

Articolo 112
Sanzioni
Distributore sanzioni amministrative fino a 40.000 euro e penali di ammenda fino a 50.000 euro di sanzione e fino a 1 anno di arresto

DECISIONE N. 768/2008/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

Definizioni
«distributore»: una persona fisica o giuridica nella catena di fornitura, diversa dal fabbricante o dall’importatore, che mette a disposizione sul mercato un prodotto;

Articolo R5
Obblighi dei distributori
1. Quando mettono un prodotto a disposizione sul mercato, i distributori agiscono con la dovuta attenzione in relazione alle prescrizioni applicabili.
2. Prima di mettere un prodotto a disposizione sul mercato, i distributori verificano che il prodotto rechi la marcatura o le marcature di conformità prescritte e sia accompagnato dai documenti prescritti e da istruzioni e informazioni sulla sicurezza in una lingua che può essere facilmente compresa dai consumatori e dagli altri utenti finali nello Stato membro in cui il prodotto deve essere messo a disposizione sul mercato e che il fabbricante e l’importatore si siano conformati alle prescrizioni di cui all’articolo [R2, paragrafi 5 e 6] e all’articolo [R4, paragrafo 3].
Il distributore, se ritiene o ha motivo di credere che il prodotto non sia conforme a … [riferimento alla relativa normativa], non mette il prodotto a disposizione sul mercato fino a quando non sia stato reso conforme. Inoltre, quando un prodotto presenta un rischio, il distributore ne informa il fabbricante o l’importatore e le autorità di vigilanza del mercato.
3. I distributori garantiscono che, mentre un prodotto è sotto la loro responsabilità, le condizioni di immagazzinamento o di trasporto non mettano a rischio la conformità alle prescrizioni di cui a …. [riferimento alla relativa normativa].
4. I distributori che ritengono o hanno motivo di credere che un prodotto che hanno messo a disposizione sul mercato non sia conforme alla normativa comunitaria di armonizzazione applicabile si assicurano che siano prese le misure correttive necessarie per rendere conforme tale prodotto, per ritirarlo o richiamarlo, a seconda dei casi. Inoltre, qualora il prodotto presenti un rischio, i distributori ne informano immediatamente le competenti autorità nazionali degli Stati membri in cui hanno messo a disposizione il prodotto, indicando in particolare i dettagli relativi alla non conformità e qualsiasi misura correttiva presa.
5. I distributori, a seguito di una richiesta motivata di un’autorità nazionale competente, forniscono a quest’ultima tutte le informazioni e la documentazione necessarie per dimostrare la conformità di un prodotto. Essi cooperano con tale autorità, su sua richiesta, a qualsiasi azione intrapresa per eliminare i rischi presentati dai prodotti che hanno messo a disposizione sul mercato.


dal blog di Ugo Fonzar


martedì 16 novembre 2010

Che ne sarà di noi?


Sto cercando di capire cosa sarà della nostra città. Sto cercando di focalizzare sulla possibilità di movimenti loschi a Santa Maria la Bruna, dove imprenditori stanno mettendo le mani su due cave, già presenti nel Piano Regionale di Bonifica della Campania del 2005 come "Siti potenzialmente inquinati". Cosa significa "potenzialmente inquinati"? Nel piano di cui sopra si specifica che
"Art. 3 Definizioni
1. Ai fini delle presenti norme di attuazione si intende per:
a) Sito potenzialmente inquinato: sito nel quale, a causa di specifiche attività
antropiche, pregresse o in atto, sussiste la possibilità che nel suolo, o nel sottosuolo,
o nelle acque superficiali, o in quelle sotterranee, siano presenti sostanze
contaminanti in concentrazione tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l’ambiente naturale o costruito..."

Insieme a Edil Cava, nella lista di Appendice c'è l'immancabile "F.lli Balsamo", che ricordo ha richiesto un ampliamento della cava , ed altre ditte di gestione rifiuti di Torre del Greco: sfizioso è anche la presenza di Trenitalia! Edil Cava S.Maria la Bruna di Di Ruocco Filippo risulta, da una rapida ricerca su internet, essere stata aggiudicataria con gara informale di un servizio in economia dell'azienda Asia S.p.a. fino al gennaio 2009 per servizio di prelievo e smaltimento rifiuti da caditoie stradali ; risulta inoltre essere iscritta all'albo gestori ambientali in tantissime classi di rifiuti, da decifrare uno ad uno. Insomma, sembra essere una società molto attiva nel campo rifiuti che potrebbe avere interesse a riprendere l'attività di stoccaggio rifiuti. E proprio nell'albo gestori ambientali sembra essere interessante notare il fatto che, rispetto alla vicina F.lli Balsamo, sembra possedere le autorizzazioni di gestione rifiuti di fanghi da depurazione, in particolare mi ha colpito la tipologia rifiuto:
12.16 Fanghi di trattamento acque reflue industriali
che F.lli Balsamo non ha... Un dubbio in malafede mi ha rabbuiato: sarà una joint venture tra chi fitta il terreno per la costruzione e la gestione di un impianto di depurazione, e chi ha possibilità di stoccare i residui di tale impianto? E' questa una degli interessi economici che stanno dietro lo strano comportamento di parecchi politici locali, che sembrano da una parte appoggiare la lotta "anti" e dall'altra fare di tutto "pro"?
Intanto, mi inquieta vedere tra le tipologie di rifiuti che Edil Cava potrebbe trattare il seguente:
13.03 Ceneri pesanti da incenerimento di rifiuti solidi urbani e assimilati e da CDR
Teniamoci informati!

lunedì 15 novembre 2010

La montagna ha partorito il topolino: dal Pd una legge sull'acqua

La montagna ha partorito il topolino. Il Partito democratico ha presentato a fine ottobre la propria proposta di legge sull'acqua. A parole avrebbe dovuto fermare la privatizzazione, ma il testo non regge alla prova dei fatti: l'articolo 7, infatti, spiega che “il servizio idrico integrato è un servizio di interesse economico generale”, la formula che l'Unione europea individua per definire quei servizi che possono essere gestito da soggetti di diritto privato (società per azioni pubbliche, miste o private). Gli articoli sono in tutto 15, raccolti intorno al titolo “Disposizioni per il governo della risorsa idrica e la gestione del servizio idrico integrato”. Ed è questo, forse, l'unico merito del testo: a differenza della legge “Ronchi”, quella votata dal governo di centro destra nel novembre 2009, che si limita a disciplinare le modalità d'affidamento del servizio, affronta nel “merito” i problemi legati ai nostri acquedotti, alle fognature, ai sistemi di depurazione.
A scorrerla, però, la legge partorita dal Pd è piena di contraddizioni, a cominciare dai principi (articolo 2): da un lato si scrive che “l'acqua è un bene comune dell'umanità” (comma 1) e dall'altro si sancisce che “è un bene scarso, di rilevanza economica” (comma 4). E pare sia quest'ultimo il comma che ha ispirato i redattori dei successivi 13 articoli operativi, illustrati alla stampa il 21 ottobre, a Roma, da Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, capogruppo alla Camera, Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato, e Stella Bianchi, responsabile ambiente del partito.
Franceschini, nel corso della conferenza stampa, si è lasciato andare, sottolineando che con questa proposta “noi traduciamo l'oggetto del referendum in una proposta di legge”. Il referendum è quello proposto dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, insieme a decina di altre realtà nazionali e territoriali (tra cui Ae), firmato da oltre 1,4 milioni di cittadini italiani. Ma Franceschini, che pure ha firmato per i tre quesiti, forse non ha ben chiaro l'oggetto del referendum: oltre all'“incaglio” dell'articolo 7, è l'articolo 10 (“Tariffa del servizio idrico integrato”) a misurare la distanza abissale tra la segreteria del Pd e i movimenti: oltre al costo del servizio, la tariffa è definita tenendo conto “della quota da destinare agli investimenti” e “della remunerazione dell'attività industriale” (comma 2e). Quest'ultimo è proprio l'oggetto del terzo quesito referendario, che chiede l'abolizione di ogni remunerazione del capitale investito e un ritorno alla finanza pubblica e alla fiscalità generale. Se davvero avesse voluto “tradurre” il referendum in una legge, i legislatori del Partito democratico avrebbero potuto leggere il testo della Proposta di legge d'iniziativa popolare, sottoscritta da oltre 400mila italiani nel 2007, depositata alla Camera dal luglio di quell'anno.
di Luca Martinelli

Lunedì 15 novembre 2010




Diritti + Cinema = Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli
A Torre del Greco le associazioni “Amnesty Comuni Vesuviani”, “Giovani in Movimento” e “Le tribù” discuteranno di “Diritto all’informazione” presso il Teatro Sant’Anna. Alle ore 18,00 sarà proiettato “Desechos” di Adrián Escalante (Argentina, 2006). A seguire, saranno presentati, attraverso i rispettivi trailer, due documentari di InsuTV, telestreet di Napoli che ha dato il via al grande progetto collettivo di “Assalto al cielo” grazie al quale si intende progettare una TV dal basso e, pertanto, democratica. Al centro dell’incontro sarà una tavola rotonda con Francesco Servino, il videomaker denunciato per le riprese alle discariche sul Vesuvio; Antonio Marfella, farmacologo dell’Istituto per la Ricerca Oncologia Pascale; Gerardo Ancora di Amnesty International e rappresentanti di InsuTv.
Alle ore 20,15 sarà presentato e premiato il vincitore del concorso scolastico “Diritto all’informazione” e alle ore 21,00 sarà proiettato “BURMA VJ: reporting from a closed country” di Anders Østergaard (Danimarca, 2008). La serata si chiuderà con un buffet equo e solidale con i prodotti della bottega “Le tribù”.

domenica 14 novembre 2010

La storia dei cosmetici


Sapevate che il luogo più "tossico" per noi esseri umani è il bagno? E che i prodotti che dovrebbero aiutare la nostra igiene in realtà rischiano di renderci sterili? Le sostanze più concerogene risultano essere proprio nei prodotti di cosmesi, nei deodoranti e nei trucchi, negli shampoo e nei doccia schiuma. Un interessante video che dovremmo vedere tutti e far vedere a tutti. E un link con le azioni CONCRETE da poter mettere in pratica per aiutarci e aiutare il pianeta a non soccombere.

venerdì 12 novembre 2010

Meno soldi per cultura, più soldi per armamenti

Spese militari italiane

Quasi un miliardo per l’acquisto di armi
Luciano Bertozzi

La commissione difesa del senato ha approvato alcuni programmi di acquisto di armi per le forze armate da spendere nel periodo 2010-2018. Il silenzio-assenso del Pd.

Si tratta del programma relativo a 10 elicotteri per soccorso e ricerca destinati all'Aeronautica militare, per un costo di 200 milioni di euro, da ripartire nel periodo 2010-2018; del siluro per sommergibile U212, per un valore di 125 milioni; di armamenti controcarro da montare sugli elicotteri di attacco, del valore di 200 milioni di euro; di un'unità navale di supporto subacqueo polivalente e del relativo supporto logistico con compiti di ricerca e soccorso e di appoggio incursori, che dovrebbe sostituire la nave Anteo, giunta oramai, al termine della sua vita operativa, con un costo di 125 milioni.

È prevista la realizzazione di un hub aereo nazionale presso l'aeroporto di Pisa, per la gestione dei flussi aerei di personale e materiali, in grado di assicurare il collegamento con le principali linee navali, ferroviarie e stradali. Tale struttura potrà esser messa a disposizione della Nato e dell'Unione europea in caso di crisi internazionali e di calamità naturali. Il relativo onere è di 63 milioni.


Altri programmi sono inerenti all'acquisto di mortai da 81 mm, per un valore di 22 milioni, e un altro Defence Information Infrastructure (Dii) per lo scambio di informazioni fra diversi paesi, del valore di 236 milioni.


Questi programmi sono stati approvati con l'astensione del Partito democratico. Tuttavia, va segnalato che al senato l'astensione vale come voto contrario. La commissione ha esaminato la questione in appena due sedute per una manciata di minuti: meno di un'ora!


È evidente che programmi che comportano impegni di spesa di tale rilevanza, con profondi riflessi sul piano strategico, militare e industriale, meriterebbero un diverso livello di approfondimento, dando ad esempio la possibilità ai sindacati e alla società civile di potersi esprimere. Inoltre, dovrebbe essere chiarito a cosa servano queste armi, in un contesto così diverso dal passato, per evitare di fare un regalo a Finmeccanica, una delle principali società produttrici di armi e controllata dal ministero dell'economia.


Il governo, mediante tali programmi, attua una precisa scelta politica e individua nel settore militare un comparto produttivo da supportare per favorire l'economia. La riduzione della spesa militare, che per altro sta avvenendo anche in altri paesi, come Germania e Regno Unito, consentirebbe, invece, di reperire le risorse necessarie per la scuola e l'università, che sono ormai al collasso, grazie ai tagli draconiani apportati dal governo Berlusconi. Afferma Maurizio Simoncelli, vice presidente di Archivio disarmo: «Appare preoccupante tale spesa in armamenti, sia in quanto essa viene approvata in un momento di drammatici tagli allo stato sociale (scuola, università, sanità, ecc.), sia perché è impegnativa anche per i prossimi anni, a fronte di piani governativi che intendono tagliare ulteriormente nel settore pubblico».


Nei prossimi giorni anche la Commissione difesa della camera si dovrà pronunciare in merito. È bene, quindi, che la società civile, le forze politiche e sociali facciano sentire la propria voce per invertire le priorità e procedere a una riduzione delle spese per la difesa, fra le più alte in Europa.

Nigrizia - 08/11/2010

http://www.nigrizia.it/sito/notizie_pagina.aspx?Id=10269&IdModule=1

giovedì 11 novembre 2010

Manifestazione 15 novembre 2010

Contro il mega depuratore industriale, contro la chiusura dell'ospedale Maresca, contro l'inquinamento delle falde acquifere, contro l'idea di nonfuturo che vogliono regalarci con la forza!

Lunedì 15 novembre 2010 dalle ore 8.30 si dirameranno 4 cortei da:
- via Scappi;
- villa Comunale;
- S. Antonio;
- S. Maria la Bruna;

per urlare BASTA!

martedì 9 novembre 2010

"A pensar male si fa peccato, però delle volte si azzecca" (G. Andreotti) - 2

In un precedente post avevo scritto di come si potrebbe "ridisegnare" lo skyline della zona di viale Europa nella nostra città. Depuratore industriale, nuova discarica, vecchio depuratore...Ebbene, con questo altro post aggiungo un ulteriore elemento! Mi stavo facendo un giro sul sito della regione Campania, sezione VIA , digitando "Torre del Greco" un pò dovunque, et voilà! Nella sezione Area VIA, tra i progetti in attesa di benestare, ce n'è un altro davvero interessante e che completa il quadretto:
Si legge, oltre alla richiesta dei F.lli Balsamo già citata, Edil Cava Santa Maria la Bruna (Di Ruocco Filippo) "Variante di un impianto di stoccaggio provvisorio fe trattamento di rifiuti pericolosi e non". Mmmm, penso! Digitando Edil Cava Santa Maria la Bruna su google, viene riportato il seguente Decreto Dirigenziale Regionale:
"A.G.C. 05 - Ecologia, Tutela dell'Ambiente, Disinquinamento, Protezione Civile - Settore Tutela dell'Ambiente, Disinquinamento- Decreto dirigenziale n. 915 del 10 dicembre 2009 – Impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi sito in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello - VOLTURA autorizzazione dalla ditta Edilcava S. Maria la Bruna di Di Ruocco Gaetano s.n.c. alla ditta Edilcava S. Maria la Bruna s.r.l.
IL DIRIGENTE
PREMESSO:
CHE, con decreto dirigenziale n. 12 del 12.01.2006, è stata rilasciata, fino al 31.12.2010, l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi alla ditta Edilcava S. Maria la Bruna di Di Ruocco Gaetano s.n.c. con sede legale ed impianto in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello;
CHE, con nota assunta al prot. n. 834734 del 30.09.2009, è stata comunicata l’avvenuta trasformazione della denominazione sociale della ditta da Edilcava S. Maria la Bruna di Di Ruocco Gaetano s.n.c. a Edilcava S. Maria la Bruna s.r.l.;
CHE, a corredo della comunicazione, è pervenuta al Settore Tutela dell’Ambiente la seguente documentazione, in conformità alle procedure di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n° 1411 del 27.07. 07:
- Certificato di iscrizione alla CCIAA di Napoli, aggiornato al 08.10.2008, comprensivo dei controlli di cui all’art. 2 del DPR n° 252 del 03.06.98;
- Atto Notarile di trasformazione societaria, registrato in data 09.09.2009, per notaio Francesco Regine con studio in Torre Annunziata (NA);
- Ricevuta di versamento della somma di € 160,00 quale contributo alle spese regionali per le attività istruttorie;
- Polizze fidejussorie n° 012617 e n° 012618 della City Insurance S.A., stipulate dalla Edilcava S. Maria la Bruna s.r.l. a favore del Presidente della Giunta Regionale, debitamente autenticate dal notaio Trica Constanta Claudia con studio in Bucarest;
RITENUTO che si rende necessario volturare l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi rilasciata alla ditta Edilcava S. Maria la Bruna di Di Ruocco Gaetano s.n.c., sito in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello, alla ditta Edilcava S. Maria la Bruna s.r.l., legalmente rappresentata da Di Ruocco Filippo nato a Torre del Greco il 12.06.62, con sede legale in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello, iscritta alla CCIAA di Napoli, C.F. 04214820633;
VISTO il D.Lgs. n. 152 del 03.04.2006 e successive modifiche ed integrazioni;
VISTA la delibera di Giunta Regionale n° 1411 del 27.07. 2007;
alla stregua dell’istruttoria compiuta dal Settore, nonché dall’espressa dichiarazione di regolarità resa dal Dirigente del Servizio 02,
DECRETA
per le motivazioni espresse in narrativa, che qui si intendono integralmente riportate e trascritte:
1)VOLTURARE l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi rilasciata alla ditta Edilcava S. Maria la Bruna di Di Ruocco Gaetano s.n.c., sito in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello, alla ditta EDILCAVA S. MARIA LA BRUNA S.R.L., legalmente rappresentata da Di Ruocco Filippo nato a Torre del Greco il 12.06.62, con sede legale in Torre del Greco (NA) alla via Campanariello, iscritta alla CCIAA di Napoli, C.F. 04214820633.
2) RICHIAMARE il decreto dirigenziale n. 12 del 12.01.2006, le cui condizioni e prescrizioni restano ferme ed invariate, ivi compresa la scadenza che resta fissata al 31.12.2010.
3) INCARICARE l’Amministrazione Provinciale di Napoli di effettuare i controlli di competenza, ai sensi dell’art. 197 del D.Lgs. n. 152 del 03.04.06 e s.m.i. verificando, altresì, la durata della validità della polizza assicurativa di cui sopra.
4) NOTIFICARE il presente provvedimento alla ditta EDILCAVA Santa Maria la Bruna s.r.l., al Comune di Torre del Greco, all’Amministrazione Provinciale di Napoli, all’ASL competente, al Settore T.A.P. Ecologia e Tutela Ambiente di Napoli.
5) PUBBLICARE il presente decreto sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania.
Dott. Luigi Rauci"

Non ho idea di chi sia questa ditta, non so quali siano le intenzioni. Quando andai a fare il sopralluogo fotografico, ci passai a via Campanariello, che sarebbe la strada che "scende" a villa Inglese, e vidi sulla sinistra questa cava, dove credevo venisse fatto il depuratore o l'ampliamento della cava F.lli Balsamo. A questo punto, dovrebbe venirci un'altra cava di rifiuti pericolosi e non? Gestito da una azienda che non è la appaltante del servizio di gestione rifiuti di Torre del Greco (Che è F.lli Balsamo). Per di più con un'autorizzazione che scade il 31/12/2010. Cosa potrebbe accadere? Rinnoverà l'autorizzazione e la continuerà a gestire la Edil Cava? La venderà a F.lli Balsamo, che potrebbe occupare una porzione consistente di suolo cittadino tra monnezza e possibile impianto di depurazione acque reflue industriali? Qualcuno sa qualcosa? Intanto, potrei ridisegnare la nuova mappa di Santa Maria la Bruna, con la nuova possibile cava di rifiuti! Eccola:


lunedì 8 novembre 2010

Pugliano

Odore di abiti usati
che si confonde con l'assordante scia di ragù.
Facce truci, abili commercianti
freddi custodi gelosi delle loro ferite
sotto umidi portici, trasudanti di giacche, cappotti e tailleur.
Orgogliosa inerzia, con l'inconscia volontà di guardare al domani
allergica a qualsiasi disposizione e qualsiasi sensata regola.
Passarci una mattinata, equivale a viverci una vita
sicurezze e paure sballottate verso quella parte della mente
da sempre aperta all'infinita relatività delle proprie certezze.

venerdì 5 novembre 2010

Acqua, coop ci co(o)pia? di Luca Martinelli

Una donna apre un rubinetto, nella cucina della propria casa, riempie un bicchiere d'acqua e lo beve. È uno dei gesti più naturali del mondo, ma assume un significato particolare se a compierlo è Luciana Littizzetto, e milioni di italiani potranno vederlo in televisione. Lo spot, in onda dal dieci ottobre, invita tutti a bere l'acqua di rubinetto, a “imbroccarla”. Non è una “pubblicità progresso”, e non ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell'ambiente né del Ministero della Salute: è l'ultima campagna commerciale lanciata da Coop, e si chiama “Acqua di casa mia”.
È stata presentata a Milano il 7 ottobre, nel corso di una affollatissima conferenza stampa. Il giorno dopo la “notizia” ha trovato spazio sulle colonne dei principali quotidiani -la Repubblica, la Stampa, Il Sole-24 Ore-, dove si è aperto un dibattito, anche a colpi di pagine pubblicitarie, con Mineracqua, la potente associazione di categoria dell'industria delle acque minerali. “Hai mai pensato a quanta strada deve fare l'acqua prima di arrivare nel tuo bicchiere?” chiede Coop a tutta pagina; “Acqua minerale. Molto più che potabile” risponde Mineracqua, secondo cui “l'acqua del rubinetto è solo bevibile” (corsivo nostro).
È partita una “disfida” che porterà acqua al mulino di “Imbrocchiamola!”, la nostra campagna per promuovere il consumo di acqua di rubinetto anche nei locali pubblici. Vale la pena, però, analizzare gli eserciti in campo. Dalla parte di Mineracqua si sono schierati i sindacati del settore alimentare -Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil-: mentre a Milano i giornalisti ascoltavano le parole di Vincenzo Tassinari, presidente del Consiglio di gestione di Coop Italia, e di Aldo Soldi, presidente dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori (Ancc-Coop), i segretari dei 3 sindacati si riunivano presso la sede di Confindustria a Roma con Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua. Alla fine dell'incontro hanno sollecitato un incontro urgente al Ministero della salute e a quello dello sviluppo economico per rispondere alla “sottile campagna di disinformazione sulle acque minerali, strumentalmente paragonate all'acqua potabile che scaturisce dai rubinetti” (Augusto Ciafoni, segretario generale Fai-Cisl), e sottolineato in un comunicato stampa l'esigenza di difendere un settore che darebbe lavoro a 40mila persone (considerando l'indotto, forse!) e che rappresenterebbe “un'espressione forte e caratterizzante del Made in Italy”, dato che il Paese esporta un miliardo di litri all'anno.
Detto questo, Mineracqua ha lanciato, con lo slogan “Da un'informazione trasparente nascono scelte libere”, la sua sottile campagna di disinformazione, scrivendo tra l'altro che “l'acqua di rubinetto può essere erogata anche se non rispetta i parametri di legge, perché beneficia di un sistema di deroghe”, senza specificare quali.
Coop, la più grande cooperativa di consumo, 13 miliardi di euro il fatturato previsto a fine 2010, ha dalla sua l'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani, e le maggiori associazioni ambientaliste (Wwf, Greenpeace, Legambiente). Ha “approcciato” il Ministero dell'ambiente, senza ottenere per il momento risposta; e ha incontrato anche Mineracqua, evidentemente senza fortuna (“Quando Coop si muove con una campagna del genere, crea una discontinuità -spiega Tassinari-. Chi, invece di contrastarci, sceglie di collaborare con noi, vince con noi”). 
Coop, che ogni anno nei suoi super e iper vende 600 milioni di bottiglie, per un valore di 200 milioni di euro, ha messo in conto di perdere il 10 per cento del “mercato”, che per l'azienda presenta una “marginalità significativa”, un guadagno a due cifre sul prezzo di ogni fardello venduto.
“Acqua di casa mia” resta però una campagna commerciale, rivolta a soci e clienti Coop: l'azienda, che invita a non acquistare acqua minerale, lancia sul mercato la propria “caraffa filtrante”; spiega di aver ridotto il peso delle bottiglie in Pet, ma non spende una parola sull'“alternativa” alla plastica, il vetro; invita i cittadini a scegliere eventualmente una “minerale” proveniente da sorgenti vicine (con tanto di mappa delle fonti “ispirata” da Ae), ma non esclude dagli scaffali le acque imbottigliate più lontano (tipo Lilia o Ferrarelle a Milano o Torino, o Levissima e Sant'Anna al Sud).
La campagna è rivolta al “consumatore”, e non al cittadino. Ma dopo “Imbrocchiamola!” è senz'altro il passo più incisivo verso la rivoluzione culturale cui lavoriamo con tenacia da tre anni.
da http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2490

giovedì 4 novembre 2010

Sconcertante

Pochi giorni fa è andato in onda al TG1 questo servizio: "Uno spray contro lo starnuto". In periodo di somministrazione del vaccino, far passare un servizio del genere in un telegiornale nazionale serve molto a convincere le persone specialmente più deboli, a vaccinarsi, e quindi a far comprare più antidoti allo stato dalle case farmaceutiche.
Le case farmaceutiche hanno da sempre avuto un potere sul controllo dell'economia e dei governi. Il business è facile: basta creare una malattia e subito dopo un antidoto, tutto all'interno dello stesso laboratorio! E' successo con l'AIDS, è successo con il virus della Mucca Pazza, con l'influenza suina, dei polli. Insomma, creare farmaci e fitofarmaci è probabilmente l'attività più redditizia e duratura. E quando mancano le grandi malattie, basta inventarsene qualcuna! Negli ultimi anni si sono moltiplicate le giornate dedicate alla prevenzione, alla cura ai disturbi: il tutto sponsorizzato molto spesso da istituti di ricerca o da associazioni di medici sponsorizzati da multinazionali dei farmaci. Creare giornate come quella contro "la timidezza", o le "settimane per la diagnosi della stitichezza", servono a creare nell'immaginario popolare l'idea che anche forme di emozione, di normali cicli biologici, siano malattie da curare. E così, in coda al servizio proposto, alla domanda della giornalista "Perchè combattere il raffreddore, che tutto sommato non è una malattia così grave?" il dottore risponde: "E' però causa di perdita di giorni di scuola, di lavoro, e magari anche di appuntamenti importanti!". Ma che cazzo di risposta è?!