martedì 23 novembre 2010

Dio esiste...ed ha il codino



Sono appassionato di calcio giocato, non mi piace guardarlo in tv, non riesco ad appassionarmi ad un sistema nazionale ed internazionale palesemente falsato, corrotto, corruttore, miliardario, arrogante. Ma credo nelle eccezioni: credo in Damiano Tommasi, campione fuori dal campo, prima che in campo. Credo nei "campetti di periferia". Credo nel calcio amatoriale. Credo in esempi che riportano ad un senso di umiltà oramai perduto. E credo che Roberto Baggio con la maglia del Brescia sia la più bella immagine che il gioco del calcio mi ha regalato dopo Maradona. Un giocatore "romantico", senza malizia, generoso e sempre corretto. Buttato fuori da un sistema che puntava di più sugli sponsor e sui quattrini che sulle emozioni che due piedi così riuscivano a portare nei cuori della gente. Dopo Maradona, prima di tutti gli altri. Vi consiglio un bellissimo servizio da "Sfide".
Qui in coda, il discorso di Roberto Baggio al "World Summit of Nobel Peace Laureates". Non tutti i calciatori hanno il merito di ricevere il World Peace Awards.

Gentili Signori, illustrissimi Uomini di Pace, desidero innanzitutto ringraziarVi per il riconoscimento con cui avete voluto onorarmi qui ad Hiroshima e so di poter condividere con tutti voi la profonda gioia per la liberazione di Aung San Suu Kyi. E credo non sia casuale che abbiamo potuto insieme condividere questo momento da tutti molto a lungo inseguito e desiderato.
Il XXI secolo è iniziato lasciandosi alle spalle i terribili conflitti mondiali, dai quali è però emersa una verità assoluta: "Niente è più tragico della guerra e niente è più prezioso della Pace".
Imparare dai nostri errori e credere fermamente nell'intrinseca bontà del genere umano: credo che già questo possa essere la base da cui parta il dialogo tra i popoli e possa fare comprendere la follia della guerra.
Chi non ha vissuto la guerra, ed io sono fra questi, difficilmente può comprendere il dolore di una madre, cui la guerra ha strappato un figlio, un padre, un marito, un fratello. A poco valgono le parole quando una vita spezzata urla il suo perché.
Quale guerra o quale conquista può trovare giustificazione di fronte agli occhi pieni di lacrime e di sofferenza di chi la guerra l'ha ingiustamente subita.
Oggi nel pianeta esistono moltissimi conflitti di cui poco si parla, così come esistono grandi cause di potenziale sofferenza.
La Povertà, la Fame, le Epidemie le ho toccate con mano.
Piccole esperienze campaci di risvegliar in me il desiderio profondo di partecipare, anche se pur in maniera silente e modesta, alla sofferenza di quei popoli che la guerra ha reso più emarginati e poveri.
In ognuno di noi risiede il potenziale per essere un promotore attivo della cultura della pace.
Dovremmo osservare il nostro microcosmo e verificare quanto siamo realmente capaci di promuovere il dialogo e la conoscenza reciproca, indispensabili elementi per una cultura di pace.
Ci sono stati nella mi avita momenti in cui se avessi seguito un comportamento irresponsabile ed egocentrico in risposta ai torti o alle ingiustizie subite, avrei potuto innescare una reazione a catena negativa creando così un conflitto.
Grazie agli incoraggiamenti ricevuti dalla mia famiglia prima e dal mio amato Maestro Daisaku Ikeda poi ho imparato che esporre le proprie ragioni con l'uso della forza del dialogo mi ha sostenuto e incoraggiato ad andare oltre le menzogne e le ingiustizie. Ho così evitato piccole battaglie nel mio ambiente.
Se ognuno di noi diventasse un Eroe Moderno, dove per Eroe Moderno intendo tutti coloro che intensamente lavorano per il futuro dell'umanità attraverso il proprio miglioramento personale, costruire la pace sarebbe più facile.
Mi rivolgo a voi istituzioni, Scienziati, Ambasciatori di Pace, siete voi che per primi date l'esempio, così come state facendo anche qui ad Hiroshima, teatro di uno dei più grandi flagelli che l'uomo ricordi.
A mio avviso un punto fondamentale da trasmettere alle generazioni future è il "non dimenticare", come ho avuto modo di riconfermare durante la visita al Memorial Park. E' necessario ricordare le atrocità della guerra e della disastrosa sofferenza che ogni conflitto porta con sé.
Hiroshima, Città della Pace, ha saputo trasmettere le sofferenze provate a tutti noi attraverso il Peace Memorial Museum, l'Atomic Bomb Dome e il Memorial Cenotaph for the Atomic Bomb Victims.
Ogni città del Mondo, dove crescono le future generazioni, deve poter offrire un ricordo di cosa l'uomo sia stato capace di fare, distruggendo il valore umano. Le guerre e le sempre più sofisticate armi non dovranno più essere protagoniste.
In ogni luogo ci siamo noi, le nostre aspirazioni e i nostri sogni. E vicino a noi vivono e sognano altri come noi, con gli stessi desideri e probabilmente con gli stessi bisogni. uniamoci nel dialogo, superiamo le differenze e le diffidenze, costruiamo un ponte dell'amicizia in ogni dove.
Il mio amato Maestro Daisaku Ikeda ci ha insegnato che l'amicizia tra i popoli aiuta a superare le diversità e le paure.
Non dobbiamo avere paura del futuro. E soprattutto non dobbiamo smettere di desiderare un mondo senza armi e senza guerre.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno voluto onorarmi con questo ricevimento e dire che sono molto grato per avermi dato l'opportunità di stare insieme a voi tutti Grandi Costruttori di Pace.

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