mercoledì 29 dicembre 2010

Puntiamo al turismo....siamo sicuri?!

L'amministrazione del Comune di Torre del Greco sta sbandierando sin dal suo insediamento la volontà di non far costruire il depuratore industriale, "perchè la nostra città ha una forte vocazione turistica". Per curiosità, sono andato a vedere il bilancio previsionale del 2010 della nostra città, dal sito del comune e mi sono divertito a cercare un pò di dati.
Innanzitutto, la nota positiva è che le entrate sono aumentate anche grazie all'azione decisa contro l'evasione della TARSU dagli 8 milioni di euro dell'anno 2009 ai 15,5 circa di quest'anno. E di questo si deve dare atto. Recuperare quasi 8 milioni non è cosa da poco. Ha fatto confusione, però, il sindaco in una nota pubblicata sul sito del comune, nella quale esprime soddisfazione per la nuova determinazione delle tariffe "(..) Queste ultime variano da circa il 30 per cento per le unità abitative fino ad arrivare a picchi del sei-settecento per cento in meno per alcune categorie commerciali. Le solo categorie che hanno subito dei lievi aumenti sono quelle relative agli esercizi di somministrazione, come supermercati e vendita di frutta, verdura e prodotti ittici che rappresentano quelle categorie che effettivamente producono grossi volumi di rifiuti (...)". Se io pagavo l'anno scorso 140,00 euro di TARSU, se realmente avessi subito una diminuzione di tariffa del 6/700%, quest'anno avrei dovuto ricevere un rimborso dal comune di circa 700 euro... La propaganda, purtroppo, delle volte ti fa fare delle figuracce...
La cosa più triste, però, è vedere quanto questa amministrazione, che tanto sbandiera la "vocazione turistica" della città, investe nel turismo. Ecco un estratto del bilancio, della voce riepilogativa delle spese del previsionale 2010:

Appena 20.000 euro (costi di competenza circa 60.000) destinati al "campo turistico". Non fatevi ingannare dalle alte cifre, quasi € 20.000.000, della "Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente". Quasi la totalità (circa € 15.000.000) sono destinati alla gestione dello saltimento dei rifiuti, tra appalti e servizi.
Ventimila euro per la vocazione turistica, mi sembrano davvero pochi. Per questo ho paura che il depuratore ed altri ecomostri non abbiano difficoltà ad insediarsi sul nostro territorio.

domenica 26 dicembre 2010

TARSU Torre del Greco

Nella delibera di approvazione delle tariffe TARSU del comune di Torre del Greco, si possono trovare dati interessanti rispetto ai costi della raccolta dei rifiuti solidi urbani e dei dati effettivi della raccolta differenziata, al netto della propaganda politica.
In premessa, però, c'è da chiarire che la TARSU, come da artt. 3 e 4 del regolamento comunale, ha come presupposto "(...)l’occupazione o detenzione di locali ed aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale nelle quali il servizio è istituito ed attivato e comunque reso in via continuativa, nei modi previsti dal presente regolamento e dal regolamento di nettezza urbana (...)", e che i soggetti passivi della tassa sono "(...)coloro che occupano o detengono i locali ed aree scoperte di cui all’art. 3 del presente regolamento, con vincolo di solidarietà tra i componenti del nucleo familiare o tra coloro che usano in comune i locali e le aree stesse (...)". Per determinare le tariffe, si parte dal costo del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU), stabilito in via previsionale dal comune (competente per la parte relativa alla differenziata) e dalla provincia (competente per la parte relativa alla indifferenziata), sulla base dei dati e dei bilanci degli ultimi anni. La legge dice che "Il gettito complessivo della tassa non può superare il costo del servizio, né essere inferiore al 50% dello stesso.".
La delibera della determinazione delle tariffe del 2010 prevede che "(...) la spesa complessiva prevista per l'anno 2010 (...) ammonta ad € 12.601.491,44" ed è così determinato:

Spese personale comunale servizio N.U. e spese varie € 1.556.613,67 +
Costo appalto servizi igiene urbana € 7.038.500,00 +
Costi di smaltimento e conferimento € 4.036.443,00 +
Spese diverse € 293.134,77 =
Costo totale annuo € 12.924.691,44 -
Prev.Contr.Ministero per conf.frazione organica € 216.200,00 - (*)
Prev. ricavi da rifiuti differenziati € 50.000,00 - (**)
Prev. ricavi per il recupero dei RAEE € 50.000,00 - (***)
Prev. ricavi per TARSU giornaliera € 7.000,00 = (****)
Spesa complessiva da ripartire per tariffe € 12.601.491,44

(*) L'Ordinanza del Consiglio dei Ministri n. 3479 del 14-12-2005 all'art. 3 comma 3 dispone che "A decorrere dal 1 gennaio 2006 ai comuni od ai soggetti terzi dai medesimi incaricati che sosterranno direttamente il costo di conferimento della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata individuando autonomamente gli impianti di trattamento di tali rifiuti, il Commissario delegato riconoscerà un contributo pari ad Euro 0,040 per chilogrammo". Da ciò si desume che il comune di Torre del Greco prevede T. 5.405 di rifiuti organici recuperati e destinati agli impianti di trattamento per l'anno 2010.
(**) Per rifiuti differenziati si intendono plastica, carta, vetro, cartone, per i quali non sono previste nè le quantità previste differenziate nè tantomeno i "prezzi di vendita" ai gestori degli impianti di riciclaggio dei materiali. E', bensì, indicato un valore molto indicativo, che non da alcuna idea di quantità.
(***) La sigla RAEE sta per Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ed il discorso è il medesimo di quello riferito ai rifiuti differenziati.
(****) Per TARSU giornaliera si intende la tassa che viene pagata, ai sensi dell'art. 14 del regolamento comunale, "Per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni o speciali assimilati agli urbani prodotti dagli utenti che occupano o detengono, con o senza autorizzazione, temporaneamente anche se ricorrentemente, locali ed aree pubbliche, di uso pubblico o aree gravate da servitù di pubblico passaggio, (....). È temporaneo l’uso inferiore a 183 giorni per anno solare anche se ricorrente.".

L'intera cifra di € 12.601.491,44 viene "girata" ai cittadini.
In un sistema virtuoso, non ci sarebbero costi raddoppiati (dipendenti NU e mezzi di raccolta e spazzamento interni e appalti a società esterne, ben 7 milioni i costi per appalti a terzi nel nostro comune). Non ci sarebbero esigui ricavi dalla raccolta e dalla "rivendita" dei rifiuti differenziati: con il riciclo dei rifiuti ci dovremmo "arricchire" (appena 100.000,00 euro tra carta, plastica, vetro, cartone e RAEE). E probabilmente in un comune virtuoso, i dati sarebbero sempre trasparenti: a che prezzo vengono ceduti i materiali differenziati? Ma soprattutto in che quantità?
In questi anni i manifesti che sono stati affissi in tutta la città, propagandavano percentuali di differenziata altissima. Salvo poi scoprire che, grazie anche alla segnalazione di molti cittadini, le ditte che negli anni hanno gestito la differenziata non sempre facevano il loro dovere, e che quindi le percentuali erano fandonie. Ora, gli unici dati ufficiali che risultano dal calcolo delle tariffe della TARSU, sembrano essere il totale dei rifiuti indifferenziati (circa 26.000 tonnellate) e il totale dei rifiuti organici (circa 5.400 tonnellate). In percentuale, l'incidenza dei rifiuti "umidi", che sono i più numerosi, e che dovrebbero rappresentare il "volano" di una raccolta differenziata seria ed efficiente, è ancora bassissima (intorno al 20%). Dodici milioni di costi da pagare per un ciclo dei rifiuti che è in mano alla camorra, che copre il Vesuvio di immondizia, che inquina le falde acquifere, che ricopre le strade di un'intera provincia, è un prezzo veramente troppo alto da pagare per noi cittadini. Anzi, inaccettabile.

giovedì 23 dicembre 2010

Il mondo che vogliamo



Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati.
Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.
In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi. In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione. In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.
E' questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?
Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
E' questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.

mercoledì 22 dicembre 2010

Invisibili

Talmente indifferenti, da considerarli invisibili. Ecco cosa penseremmo in un momento di lucidità, se solo ci riuscissimo a fermare per un attimo e cercare di capire motivazioni, stati d'animo e forza di volontà di chi, per sfuggire a miseria e persecuzioni, si imbatte in viaggi lunghi, quasi interminabili, a volte senza finale. Delle volte mi chiedo: se un ragazzo del sud, per cercare lavoro, se ne andasse al nord Italia, come fanno e hanno fatto da sempre in tanti, e sulla strada per arrivare (diciamo) a Milano, incotrasse trafficanti di esseri umani, polizia corrotta, centri di detenzione, lager nei deserti, riuscirebbe a capire i migranti africani o afghani o sri lankesi? Riuscirebbe forse a capire l'assurdità di sfuggire da un incubo per cadere in un altro, forse più grande. Riuscirebbe a capire che queste persone affrontano un viaggio che ad un certo punto diviene una trappola; che ad un certo punto sconvolge anche l'idea che di quel viaggio ci si era fatti; che alla fine di quel viaggio ci si ritrova stremati nel fisico e nella mente, e a nulla valgono lauree conseguite nei paesi di origine, competenze spendibili nel mercato del lavoro. Riuscirebbe a capire forse i migranti che caritano per strada, che soffrono in silenzio in un dormitorio squallido tra la spazzatura, che vengono dileggiati perchè stremati nel fisico e nella mente, che sono incapaci di far valere i propri diritti. Riuscirebbe a capire, forse, che al sistema in cui viviamo avere esseri umani ricattabili, emarginati, pronti ad essere usati come capri espiatori, fa comodo. E che dare spazio alla loro dignità vale molto più di un attimo di pietà.
Dal sito di fortress europe si leggono bollettini giornalieri, di morti di migranti, che in condizioni assurde cercano di raggiungere le mete europee: italia, germania, francia. Allora leggi che a Patrasso, un ragazzo afghano di 25 anni e padre di 3 figli, nel tentativo di salire su un camion per cercare fortuna in Italia, è stato schiacciato contro il rimorchio da un altro camion che, non fermandosi al semaforo, pare, secondo testimonianze oculare, sia deliberatamente andato a tamponare il rimorchio. Tempo fa, anche Luigi Pelazza delle Iene si era occupato della fuga attraverso il porto di Patrasso: storie assurde, in un mondo assurdo.

venerdì 17 dicembre 2010

Festa della legalità ad Ercolano

Legalità. Un parola, un concetto che ad Ercolano ha latitato per molti anni. Nelle parole, nei fatti, nella sostanza.
Da qualche anno si è tornata a respirare legalità. Soprattutto grazie all’impegno della società civile e delle forze dell’ordine. Al fine di dare spazio a questo operato si terrà la festa della legalità. La prima in assoluto in questa città. La manifestazione si terrà il prossimo 19 dicembre alle ore 10. Palcoscenico dell’evento la storica piazza Pugliano. Un luogo che ha dato alle cronache fiumi di parole da affidare all’attenzione globale. Per anni mera pagina oscura della vita della città. Zona ad alto tasso criminale. Le erbacce non sono state estirpate completamente dai meandri territoriali, ma si inizia a respirare aria pura.
Innegabile il lavoro delle forze dell’ordine, rappresentate da molti corpi delle istituzioni militari. Tra le associazioni interverranno l’antiracket “Ercolano Libera”, Forum dei Giovani e Radio Siani che trasmetterà la diretta dell’evento.
Nel corso dell’evento le autorità comunali, nelle persone dell’assessore alla Cultura, Pasquale Vitiello e l’assessore alla Legalità, Ferdinando Pirone consegneranno, alle realtà sopraelencate una targa di riconoscimento per l’impegno e il lavoro profusi sul territorio cittadino. Tra questi il presidente della Scuola della legalità Nino Daniele, Tano Grasso, presidente onorario della F.A.I., don Tonino Palmese di Libera Terre e Luisa Bossa, ex sindaco di Ercolano, oggi membro della commissione parlamentare antimafia.
La presentazione dell’evento (organizzato con l’aiuto delle associazioni “Ercolano Viva”, “Hippocampus” e “A.E.O.P. – Guardie ambientali”) è prevista per il prossimo martedì 14 dicembre alle ore 11 presso Villa Ruggiero.
http://lapilli.eu/attualita/eventi/1950-festa-della-legalita-ad-ercolano.html

martedì 14 dicembre 2010

Era il 1968



Gli ultimi scontri di stamane, ma anche le tensioni di questi giorni fomentate da un dibattito politico che si avvicina sempre più alla violenza, sono sintomo di un periodo storico nazionale (ma anche europeo in genere) che lascerà il segno. Una battaglia sociale che delle volte sembra sbagliare bersaglio, o sembra non essere coerente sino alla vittoria: i gruppi anarchici che stamattina hanno battagliato per Roma, paradossalmente, per raggiungere il loro obiettivo sovversivo, dovrebbero non ritornare a casa al calduccio stasera, ma restare per strada a far barricate. Se guerriglia deve essere, che guerriglia sia. E ripeto, paradossalmente.
C'è una poesia di Pier Paolo Pasolini che riassume una serie di sensazioni che mi lascia partecipare o semplicemente assistere a manifestazioni che degenerano in guerra civile, come quella di stamane. Era il 1968.


Il Pci ai giovani
di Pier Paolo Pasolini
I versi sugli scontri di Valle Giulia che scatenarono dure repliche fra gli studenti.

Mi dispiace. La polemica contro
il Pci andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, cari.
Non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati:
peggio per voi.
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio
goliardico) il culo. Io no, cari.
Avete facce di figli di papà.
Vi odio come odio i vostri papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete pavidi, incerti, disperati
(benissimo!) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:
prerogative piccolo-borghesi, cari.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli; la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio
furerie e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
è lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in un tipo d’esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, cari. Stampa e Corriere della Sera, News- week e Monde
vi leccano il culo. Siete i loro figli,
la loro speranza, il loro futuro: se vi rimproverano
non si preparano certo a una lotta di classe
contro di voi! Se mai,
si tratta di una lotta intestina.
Per chi, intellettuale o operaio,
è fuori da questa vostra lotta, è molto divertente la idea
che un giovane borghese riempia di botte un vecchio
borghese, e che un vecchio borghese mandi in galera
un giovane borghese. Blandamente
i tempi di Hitler ritornano: la borghesia
ama punirsi con le sue proprie mani.
Chiedo perdono a quei mille o duemila giovani miei fratelli
che operano a Trento o a Torino,
a Pavia o a Pisa, /a Firenze e un po’ anche a Roma,
ma devo dire: il movimento studentesco (?)
non frequenta i vangeli la cui lettura
i suoi adulatori di mezza età gli attribuiscono
per sentirsi giovani e crearsi verginità ricattatrici;
una sola cosa gli studenti realmente conoscono:
il moralismo del padre magistrato o professionista,
il teppismo conformista del fratello maggiore
(naturalmente avviato per la strada del padre),
l’odio per la cultura che ha la loro madre, di origini
contadine anche se già lontane.
Questo, cari figli, sapete.
E lo applicate attraverso due inderogabili sentimenti:
la coscienza dei vostri diritti (si sa, la democrazia
prende in considerazione solo voi) e l’aspirazione
al potere.
Sì, i vostri orribili slogan vertono sempre
sulla presa di potere.
Leggo nelle vostre barbe ambizioni impotenti,
nei vostri pallori snobismi disperati,
nei vostri occhi sfuggenti dissociazioni sessuali,
nella troppa salute prepotenza, nella poca salute disprezzo
(solo per quei pochi di voi che vengono dalla borghesia
infima, o da qualche famiglia operaia
questi difetti hanno qualche nobiltà:
conosci te stesso e la scuola di Barbiana!)
Riformisti!
Reificatori!
Occupate le università
ma dite che la stessa idea venga
a dei giovani operai.
E allora: Corriere della Sera e Stampa, Newsweek e Monde
avranno tanta sollecitudine
nel cercar di comprendere i loro problemi?
La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte
dentro una fabbrica occupata?
Ma, soprattutto, come potrebbe concedersi
un giovane operaio di occupare una fabbrica
senza morire di fame dopo tre giorni?
e andate a occupare le università, cari figli,
ma date metà dei vostri emolumenti paterni sia pur scarsi
a dei giovani operai perché possano occupare,
insieme a voi, le loro fabbriche. Mi dispiace.
È un suggerimento banale;
e ricattatorio. Ma soprattutto inutile:
perché voi siete borghesi
e quindi anticomunisti. Gli operai, loro,
sono rimasti al 1950 e più indietro.
Un’idea archeologica come quella della Resistenza
(che andava contestata venti anni fa,
e peggio per voi se non eravate ancora nati)
alligna ancora nei petti popolari, in periferia.
Sarà che gli operai non parlano né il francese né l’inglese,
e solo qualcuno, poveretto, la sera, in cellula,
si è dato da fare per imparare un po’ di russo.
Smettetela di pensare ai vostri diritti,
smettetela di chiedere il potere.
Un borghese redento deve rinunciare a tutti i suoi diritti,
a bandire dalla sua anima, una volta per sempre,
l’idea del potere.
Se il Gran Lama sa di essere il Gran Lama
vuol dire che non è il Gran Lama (Artaud):
quindi, i Maestri
- che sapranno sempre di essere Maestri -
non saranno mai Maestri: né Gui né voi
riuscirete mai a fare dei Maestri.
I Maestri si fanno occupando le Fabbriche
non le università: i vostri adulatori (anche Comunisti)
non vi dicono la banale verità: che siete una nuova
specie idealista di qualunquisti: come i vostri padri,
come i vostri padri, ancora, cari! Ecco,
gli Americani, vostri odorabili coetanei,
coi loro sciocchi fiori, si stanno inventando,
loro, un nuovo linguaggio rivoluzionario!
Se lo inventano giorno per giorno!
Ma voi non potete farlo perché in Europa ce n’è già uno:
potreste ignorarlo?
Sì, voi volete ignorarlo (con grande soddisfazione
del Times e del Tempo).
Lo ignorate andando, con moralismo provinciale,
“più a sinistra”. Strano,
abbandonando il linguaggio rivoluzionario
del povero, vecchio, togliattiano, ufficiale
Partito Comunista,
ne avete adottato una variante ereticale
ma sulla base del più basso idioma referenziale
dei sociologi senza ideologia.
Così parlando,
chiedete tutto a parole,
mentre, coi fatti, chiedete solo ciò
a cui avete diritto (da bravi figli borghesi):
una serie di improrogabili riforme
l’applicazione di nuovi metodi pedagogici
e il rinnovamento di un organismo statale. I Bravi! Santi sentimenti!
Che la buona stella della borghesia vi assista!
Inebriati dalla vittoria contro i giovanotti
della polizia costretti dalla povertà a essere servi,
e ubriacati dell’interesse dell’opinione pubblica
borghese (con cui voi vi comportate come donne
non innamorate, che ignorano e maltrattano
lo spasimante ricco)
mettete da parte l’unico strumento davvero pericoloso
per combattere contro i vostri padri:
ossia il comunismo.
Spero che l’abbiate capito
che fare del puritanesimo
è un modo per impedirsi
la noia di un’azione rivoluzionaria vera.
Ma andate, piuttosto, pazzi, ad assalire Federazioni!
Andate a invadere Cellule!
andate ad occupare gli usci
del Comitato Centrale: Andate, andate
ad accamparvi in Via delle Botteghe Oscure!
Se volete il potere, impadronitevi, almeno, del potere
di un Partito che è tuttavia all’opposizione
(anche se malconcio, per la presenza di signori
in modesto doppiopetto, bocciofili, amanti della litote,
borghesi coetanei dei vostri schifosi papà)
ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere.
Che esso si decide a distruggere, intanto,
ciò che un borghese ha in sé,
dubito molto, anche col vostro apporto,
se, come dicevo, buona razza non mente…
Ad ogni modo: il Pci ai giovani, ostia!
Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? Cosa vi sto
consigliando? A cosa vi sto sospingendo?
Mi pento, mi pento!
Ho perso la strada che porta al minor male,
che Dio mi maledica. Non ascoltatemi.
Ahi, ahi, ahi,
ricattato ricattatore,
davo fiato alle trombe del buon senso.
Ma, mi son fermato in tempo,
salvando insieme,
il dualismo fanatico e l’ambiguità…
Ma son giunto sull’orlo della vergogna.
Oh Dio! che debba prendere in considerazione
l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile
accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?

lunedì 13 dicembre 2010

C'è chi dice no

Giovanni Bottino è un imprenditore di Torre del Greco (Na). Un imprenditore vivace: ha un'azienda composta da un cantiere nautico e da una rimessa di barche, proprio alle pendici del Vesuvio, un'attività che rende bene. O meglio: rendeva. Perché Giovanni Bottino, lo scorso 24 marzo, ha visto in fiamme tutta la sua azienda. Colpa degli scissionisti del clan Falanga di Torre del Greco: gli hanno incendiato tutto perché Bottino è anche un uomo testardo. E si è rifiutato di pagare il pizzo.
A Natale del 2008 i fedelissimi del vecchio boss della camorra locale, Di Gioia, gli hanno chiesto 20 mila euro, 10 mila per ognuna delle due attività. Lui ha preso tempo, ma alla fine ha pagato duemila euro. Poco dopo il boss Di Gioia è stato ucciso nella faida scoppiata in paese: e anche i nuovi scissionisti del quartiere san Gennariello, a maggio sono tornati alla carica per chiedere il pizzo. Quella volta no, Bottino non c'è stato, e anzi ha denunciato gli estorsori. A novembre 2009, proprio grazie alla denuncia, i carabinieri di Torre del Greco hanno arrestato 8 membri del nuovo clan, compreso il boss degli scissionisti.
Torre però è rimasta fortino della camorra, perciò quel Bottino è diventato un simbolo troppo fastidioso, un sasso nella scarpa dei camorristi: se qualcuno avesse seguito il suo esempio? Sarebbe stato come se una palla avesse abbattuto uno per uno i birilli della paura con cui i clan regnano sui loro territori. Perciò, a marzo, è scoppiato il rogo nella Barracuda Marine di Bottino: due milioni di euro di danni, ecco cosa significa la camorra. Ma Bottino non si è piegato nemmeno stavolta. Ecco cosa significa essere meridionali. Testardo, Bottino è potuto rimanere perché non è mai rimasto solo. E tra chi gli è stato accanto, va ricordata l'associazione antiracket campana, che lo ha sostenuto, fino alla riapertura dell'azienda, la Barracuda Marine, in tempi record: oggi pomeriggio è stata ri-inaugurata.
L'attività è ripresa alacramente: e accanto a Bottino oggi ci sono anche altri imprenditori che hanno denunciato. Otto di loro lo scorso novembre si sono alleati in un'associazione sul loro territorio, Castel Volturno, il cuore del potere dei casalesi. Racket è una parola che può suonare estranea a chi vive lontano dai fortini della criminalità, anche se in realtà molte indagini degli ultimi anni rivelano che il fenomeno delle estorsioni è presente nel nord Italia. Il pizzo – una tassa che le mafie pretendono sul loro territorio, per lasciare esercitare le attività legali, commerciali o imprenditoriali – può consistere in poche centinaia o in diverse migliaia di euro; non importa la consistenza, è il simbolo dell'economia sana del paese che si piega alle mafie. Perciò, «non si tratta di un costo ecomico. Rappresenta la rinuncia ad essere davvero imprenditori. Cioè la rinuncia a costruire, a rischiare, a investire», per dirla con le parole di Tano Grasso, presidente della Federazione delle associazioni antiracket italiane. «Di recente - continua - ho partecipato a una riunione con dei commercianti siciliani. Molti di loro avrebbero potuto allargare le proprie atttvità in tutta la regione ma non l'hanno fatto dicendo: "Chi ce lo fa fare? Più ci allarghiamo, più problemi avremmo"». Cosa significa nei fatti il pizzo? Come vive l'economia del meridione, laddove ne è più vittima? Ci sono davvero dei passi avanti, o i casi come quelli di Bottino sono rari come mosche bianche? Tempi da oggi inizia un viaggio nel nostro Paese per scoprirlo.
È certo che oggi, a differenza del passato, gli imprenditori possono contare su maggiori strumenti per ribellarsi. Non tutti lo sanno, ma lo Stato stanzia dei fondi per sostenere chi subisce danni perché si rifiuta di pagare il pizzo. Parallelamente alla denuncia, si può presentare la richiesta di risarcimento danni (complessivi o fino al 70 per cento) in prefettura. Gli unici requisiti richiesti all'imprenditore (ovviamente oltre al fatto che non abbia pagato, o abbia smesso di pagare il pizzo) è la presentazione della domanda entro 120 giorni dalla denuncia. Dopo che il prefetto acquisisce tutti gli elementi che confermino l'esistenza del reato, la richiesta viene da lui inoltrata al Comitato di solidarietà per le vittime che valuta e decide. Negli ultimi due anni lo sforzo del Governo è stato quello di abbattere il più possibile i tempi, tra il danno e l'erogazione dei fondi: oggi si è arrivati ad un intervallo di un mese e mezzo. Su 308 richieste presentate nel 2007 ne sono state accolte 161 per complessivi 16 milioni 572 mila euro; l'anno successivo, sulle 334 richieste presentate, ne sono state accolte 151 per 18 milioni e 253 mila euro; nel 2009 sono state 166 le richieste accolte (su 358), per 16 milioni e 593 mila euro. Questo 2010 segna il record per le richieste accettate: solo nei primi nove mesi ne sono state accolte 107 (su 147) per 10 milioni e 732 mila euro.

di Chiara Rizzo

domenica 12 dicembre 2010

Una montagna di balle


Stamattina al Teatro Pierrot di Ponticelli c'è stata la proiezione de "La Pecora Nera" di e con Ascanio Celestini: un film sulla vita, sui manicomi, sulle contraddizioni di tutti, sui punti di vista. Un film sui confini, e come l'autore, intervenuto in sala in un cineforum post proiezione, "un film che ti fa capire che il prima è come il dopo, che il fuori è come il dentro". Da vedere. Ascanio Celestini è un narratore di storie, un artista "popolare", che cerca di raccontare storie lontane dai centri di potere, tra la gente comune. Un narratore che ha collaborato anche con InsuTV nella realizzazione di "Una Montagna di Balle", di Nicola Angrisano, storia dei rifiuti campani. Un documentario che dovrebbe essere preso dovrebbe essere visto da tutti. Un documentario pericoloso, che potete vedere qui.

giovedì 9 dicembre 2010

Non fiatare!

Nella storia della Repubblica Italiana si sono sugguiti momenti di grande tensione, dovuti a particolari momenti storici sia politici che economici, legati a frizioni internazionali o semplicemente a screzi interni politici, mafiosi ed economici interni ai nostri confini. Così gli anni 70, così l'inizio dei 90. Così come oggi. Qualche tempo fa pubblicai una vignetta:Semplice ed immediata. Sopprimere, non reprimere. Sul nascere qualsiasi manifestazione di volontà, di rivendicazione di diritti.
Ieri siamo andati ancora oltre. Lo Stato ha represso qualcosa che nemmeno esisteva. A Napoli, il giorno dell'immacolata 8 dicembre 2010, era in corso in piazza del Gesù una manifestazione religiosa. La piazza è stata letteralmente blindata da cordoni di polizia e carabinieri. Nessuno poteva entrarvi. In Calata Trinità Maggiore, c'è la ciclofficina Massimo Troisi all'interno dei locali del laboratorio occupato SKA. I ragazzi della ciclofficina (studenti per la maggior parte, pacificisti e apolitici per la totalità) avevano programmato una manifestazione, dal nome "Immacolatella", in occasione della quale avevano in programma di inscenare un presepe "morente" in movimento. Morente perchè avrebbe rappresentato il momento decadente della città di Napoli: rifiuti, camorra, malapolitica. Ebbene, non era ancora iniziata la "scena", quando, intorno alle 11.00, un cordone della polizia scende Trinità Maggiore e a più riprese carica i ragazzi. Ragazzi che sono immobili perchè impauriti, non essendosi mai trovati in situazioni del genere. La loro unica colpa era di trovarsi in quel momento in quel posto. 2 ragazzi, Alfonso e Ana, il primo della mia città Torre del Greco, la seconda studentessa brasiliana. Ragazzi che erano lì per partecipare alla critical mass "Immacolatella", per una mobilità sostenibile e una città più vivibile. Caricati, picchiati e arrestati, tra l'incredulità generale.
Personalmente sono stato molto male a vedere le immagini della mattinata, perchè so come il movimento della Critical Mass sia nonviolento e allegro e goliardico quando organizza manifestazioni come quella di ieri. L'obiettivo dei militari era quello di "punire" 2 studenti, che partecipavano ad un'altra manifestazione, e che erano riusciti a entrare in piazza del Gesù srotolando uno striscione "Obelisco Precario", ironizzando sulla situazione dell'occupazione e della situazione instabile della città in generale. Colpirne uno (magari che non c'entra nulla con la manifestazione), per colpire tutti.

lunedì 6 dicembre 2010

Lettera al Sindaco







Nei mesi scorsi, strani movimenti a Torre del Greco. Preoccupati dalle informazioni che cominciavano a circolare tra la popolazione, i "maninpasta" si sono cominciati ad organizzare, rendendosi invisibili, piacioni e sorridenti. Consensienti a qualsiasi pretesa del cittadino: "Non lo vogliamo!" diceva il sig. Tizio. "Nemmeno noi" gli faceva eco l'onorevole Caio. "Da anni ci stiamo battendo affinchè non si faccia!". Sottobanco, intanto, passava uno dei tanti contentini alla ditta delle sorelle Shampoo che sul territorio punta molto su quel mostro. L'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, per la gestione dei rifiuti ingombranti e per lo spazzamento della città. Nei consigli comunali, si è spinto alla approvazione di piani di progettazione finanziati con fondi europei che comprendono suoli e interessi privati, che nulla hanno a che fare con il carattere della "collettività". In prospettiva, un interessate piano di "Project financing" allettante economicamente, ancorchè vicinissimo alla base operativa dove dovrebbe sorgere il "mostro".
Per queste e altre ragioni, la Rete Civica Anti Depuratore Industriale ha inviato una lettera al Sindaco e alle Commissioni Consiliari interessate affinché i punti critici da tutti (e dico tutti) individuati per esprimere a parole il proprio dissenso alla costruzione, finalmente vengano presi sul serio e affrontati.

Khorakhanè



"...i dizionari di psicologia definiscono il continuo spostarsi senza altra meta che non sia lo stesso movimento 'dromomania', attribuendole il significato di fuga dalla'angoscia. Posso accettare la definizione se per angoscia si intende il timore della morte, ma ben venga questo popolo che la esorcizza con il suo eterno viaggio intorno al mondo. Senza armi. Certo, è vero, gli zingari rubano. Neanche loro possono sottrarsi a quell'impulso di saccheggio che è nel DNA della razza umana. Però non mi è mai capitato di leggere o sentire di uno zingaro che abbia rubato tramite banca..." (F. De André)
Sono di parte, sono un grande ammiratore di Fabrizio De André, mi ha affascinato la sua filosofia di vita, il messaggio delle sue canzoni, delle sue poesie. "Non esiste il bene come non esiste il male". C'è una canzone che non mi stancherò mai di sentire, si chiama Khorakhanè, parla di rom, di viaggi, di debolezze, di istinti. Parla di una concezione di vita diversa dalla nostra, di un altro punto di vista. Parla di uomini e donne, che non hanno nulla di materiale. Per chi non ha avuto nemmeno un amico rom, neanche per un'ora, è difficile capire.

Lavoratore in esubero, ancor prima di lavorare!

Nel 2009 il comune di Napoli indisse un bando di concorso per l'assunzione di 534 unità in vari settori (dall'amministrazione sino ai vigili urbani). L'iter concorsuale fu assegnato in toto alla FORMEZ, un'associazione riconosciuta, con personalità giuridica di diritto privato sottoposta al controllo, alla vigilanza, ai poteri ispettivi della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica. Il concorso cominciò a diventare una speranza per molte persone, da anni perse nel limbo del precariato, della migrazione, della disoccupazione. Anche io partecipai alle prime 2 prove (test preselettivi e test su materia di diritto, informatica e lingua). C'erano persone preparatissime, che avevano passato gli ultimi 2 mesi a studiare incessantemente le materie ad esame. Molti concludevano le prove a punteggio pieno, senza sbagliare nulla, segno di una sete di lavoro forse che non ha pari in altre zone dell'Italia. Bene, ora le prove si stanno quasi per concludere, ci sono le prime graduatorie di merito. Eppure....la delibera di giunta n. 1826 del 12 novembre del Comune di Napoli proposta dalla Direzione generale e amministrativa delle risorse umane e con oggetto "Piano triennale del fabbisogno 2010 - 2012" pare che preveda una riduzione delle assunzioni, comprese quelle messe a concorso: in pratica invece di assumere 534 unità, il comune prevederebbe di assumerne 376 con annessa beffa per chi, cercando di raggiungere l'ambito lavoro e la serenità economica nella propria città, ha creduto che qualcosa potesse cambiare. Una guerra tra poveri (la riduzione pare sia dovuta alla assunzione di LSU precari) che aumenta la tensione sociale, in una città ultima nella classifica della vivibilità e con prospettive occupazionali tendenti allo zero.

venerdì 3 dicembre 2010

La propaganda funziona sempre

Per la CNA si e' arrivati solo all'80% per le usb e al 70% per le black box
SISTRI day: operatori in piazza per protestare, non ancora conclusa la distribuzione dei dispositivi elettronici
di Claudio Bovino da ipsoa.it

Ancora ritardi ed incertezze sul SISTRI. Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annullato la conferenza stampa programmata per il 1 dicembre in cui avrebbe dovuto chiarire tutta una serie di aspetti ancora non risolti del nuovo sistema informatico, comunicando anche i dati ufficiali relativi alla distribuzione delle chiavette usb e della installazione delle black box sugli automezzi autorizzati, indispensabili per poter utilizzare il SISTRI. Il termine ultimo era stato prorogato al 30 novembre dal D.M. 28 settembre 2010, ma la CNA dice che si e' arrivati solo all'80% per le usb e al 70% per le black box. Intanto, sono scesi in piazza gli operatori.

Alcuni dei problemi del SISTRI, volendo sintetizzare, possono essere ricondotti a due grandi filoni: nel primo possiamo far rientrare le problematiche relative al suo funzionamento (vi sono ancor molte cose da “tarare” e tante lacune nella normativa SISTRI lamentate dagli operatori) e ai ritardi nella distribuzione/installazione dei dispositivi elettronici, mentre nel secondo vi possiamo ricomprendere gli aspetti, per così dire “giudiziari”.

Qui trovano posto almeno la causa pendente innanzi al TAR (che dovrebbe portare a maggior chiarezza sui profili legati alla regolarità o meno dell’affidamento dei lavori per allestire il Sistema fatto in favore della Selex Service Management, della quale è amministratore delegato Sabatino Stornelli, già coinvolto nell’inchiesta sullo scandalo degli appalti all’Aquila), il segreto di Stato imposto dal Governo sull’intero progetto (che in più sedi e dallo stesso Ministro si è chiesto di togliere), la possibilità che lo stesso decreto istitutivo del SISTRI venga “annullato” dal TAR, ma anche l’apposita indagine sul SISTRI avviata dal pm Catello Maresca della Procura di Napoli relativamente ai rapporti sospetti (si tratterebbe di subappalti) tra la Selex e le società di Francesco Paolo De Martino (imprenditore di Castellammare di Stabia anche lui indagato), per la gestione del SISTRI. A causa del segreto di Stato non si conoscono ancora le cifre in ballo di questi affari. Insomma, una grande confusione. Vediamo quali sono le ultime novità, quindi.

La denuncia della CNA: ritardi e malfunzionamenti del SISTRI

Secondo l'associazione degli artigiani (CNA, nota del 22 novembre 2010), il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti rappresenterebbe “una corsa con troppi ostacoli per circa 500 mila imprese”.

Manca poco meno di un mese dall’effettività dell’obbligo effettivo di aderire al SISTRI ma le cose si stanno muovendo ancora troppo lentamente e male. “Dopo tanto clamore - si legge nella nota - siamo solo all'80% della distribuzione dei dispositivi indispensabili alle aziende per rendere gli obblighi di tenuta delle scritture contabili, relative alla gestione dei rifiuti, e al 70% del montaggio delle black box a bordo degli automezzi autorizzati al trasporto dei rifiuti pericolosi nel Paese, ciò significa che decine di migliaia di imprese che hanno versato la tariffa 2010 per il funzionamento del sistema, sono nell'impossibilità di ottemperare ai propri obblighi, anche per la estrema difficoltà di accedere al Sistri attraverso il collegamento telematico che funziona malissimo”.

Continuando, la CNA spiega che “per compiere qualsiasi operazione, dal montaggio delle scatole nere sugli autoveicoli al carico e scarico dei rifiuti, le imprese sono costrette a passare ore, se non giorni, per un collegamento neppure assistito dalle dovute informazioni tecniche da parte del personale addetto”.

Ma gli artigiani, inoltre, sono preoccupati soprattutto per “l'esplosione dei costi che sta accompagnando tutta l'operazione, la complicazione delle procedure, e i rischi per l'ambiente dovuti anche ai vettori stranieri che circolano impunemente nel Paese senza dover rispettare le regole stabilite per le nostre imprese dal legislatore. Regole accompagnate da sanzioni assurde e inesigibili”.

D’altronde quella della CNA non vuole essere una polemica sterile: infatti, nella nota si legge che “Noi per primi chiediamo che i rifiuti vengano gestiti in piena legalità e nella totale difesa dell'ambiente, ma questo non si ottiene con un sistema complesso, costoso e ancora inefficiente come il Sistri.

Abbiamo già avanzato proposte per superare questo grave momento e, in tal senso, ribadiamo le richieste di prorogare il sistema cartaceo di gestione dei rifiuti ancora per il 2011, di considerare le tariffe pagate per il 2010 trasferite al 2012 e, nel frattempo, di apportare quelle modifiche assolutamente necessarie affinché il sistema di tracciabilità dei rifiuti funzioni realmente con beneficio per l'ambiente e per la salute dei cittadini.

Le imprese chiedono solo certezza di diritto e chiarezza nei costi e nelle necessità di programmazione”. Insomma, una nuova richiesta di proroga del “vecchio” sistema di gestione cartaceo e maggiore chiarezza a fronte della data “ufficiosa” della possibilità di usare la documentazione cartacea fino al 31 dicembre 2010.

Nel senso che tale data diverrà ufficiale una volta che verrà pubblicato in gazzetta il decreto di recepimento della direttiva 2008/98 sui rifiuti approvato in via definitiva dal CdM n. 114 del 18 novembre 2010, che contiene anche le nuove sanzioni in tema di SISTRI.

Annullata la conferenza stampa del MATTM sul SISTRI

Ormai da alcuni giorni si attendevano le dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo in merito all’avanzamento dei lavori sul SISTRI, visto l’approssimarsi della data del 30 novembre (come detto, termine per la distribuzione delle USB e della installazione delle black box).

Il MATTM aveva fissato una prima conferenza per il 25 novembre, che poi aveva provveduto a rimandare annunciando che “per improvvisi impegni di governo del ministro, la conferenza è stata rimandata a mercoledì 1 dicembre”. Ieri, però, il MATTM ha definitivamente annullato la conferenza stampa senza indicare ulteriori date.

E così tutte le domande e le perplessità degli operatori rimarranno inespresse e senza possibilità di avere risposta. Ciò naturalmente aumenta i dubbi e alimenta le voci di chi sostiene che tutto sia ancora in alto mare.

Il SISTRY DAY

Nel frattempo, negli ultimi giorni, molti operatori si sono organizzati – anche utilizzando i blog e facebook - ed hanno provveduto ad organizzare una raccolta di firme, da presentare al Ministro per richiedere una nuova proroga del Sistema, ed una manifestazione di protesta proprio per il 1° dicembre.

Questo è il testo del comunicato ufficiale redatto a cura degli operatori che frequentano il sito http://sistri.forumattivo.com: “Migliaia di operatori nel settore dei rifiuti manifesteranno il 1 dicembre per ottenere la revisione del decreto del 17 dicembre 2009 con il quale è stato istituito il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI). L’iniziativa si propone di garantire che il sistema di tracciabilità dei rifiuti, richiesto dalle normative comunitarie, sia un sistema praticabile, oltre che efficace.

Per questo è necessario che tale sistema sia compatibile con le pratiche già esistenti (e derivanti dalle normative già in vigore) e sia di facile attuazione.

Al contrario, quanto attualmente previsto dal SISTRI è di non facile applicazione, complesso e, proprio per questo, crea innumerevoli problemi interpretativi e gestionali.

Questa opinione è del resto condivisa anche in ambito parlamentare, come dimostrano le innumerevoli interpellanze, mozioni e disegni di legge (senza alcuna distinzione fra maggioranze e minoranze politiche), che richiedono una ulteriore proroga dell’entrata in vigore del SISTRI.

L’entrata in vigore del SISTRI, nella sua versione attuale, a causa degli insopportabili oneri finanziari e gestionali e della sua conseguente inapplicabilità, rischia di mettere in crisi il sistema di gestione dei rifiuti, con conseguenti cessazioni di attività (e perdita di posti lavoro) e, soprattutto, con la conseguente espansione delle attività illegali di produzione, trasporto e smaltimento di rifiuti (anche pericolosi), dal momento che chi già opera nell’illegalità non avrà problemi nel continuare a svolgere tali attività in maniera illegale e a prezzi stracciati.

Gli operatori che partecipano alla manifestazione (che prevede anche la consegna al Ministro dell’Ambiente della lettera allegata), sono pronti a sedersi immediatamente ad uno o più tavoli tecnici presso il Ministero per concordare le modifiche necessarie per rendere il SISTRI praticabile ed efficace”.

02/12/2010