CAMPANIA Oltre 2 milioni e 700mila metri quadri di territorio contaminato. Su 2.551 siti «potenzialmente inquinati» soltanto cinque sono stati bonificati. Un disastro senza fine.
L'ultimo dossier in termini temporali è dell’Arpac. Una radiografia puntuale, presentata alla commissione Ecomafie della Regione Campania, presieduta dal consigliere Antonio Amato, nel luglio scorso. Nel report vengono individuate sette macro zone: «Nelle aree vaste - scrive l’Arpac - i dati esistenti inducono a ritenere che la situazione ambientale sia particolarmente compromessa, a causa della presenza contemporanea, in porzioni di territorio relativamente limitate, di più siti inquinati e/o potenzialmente inquinati».
Ogni area vasta presenta una scheda con il dettaglio dei siti, la presenza di inquinanti, lo stato degli interventi. Due si trovano proprio nel casertano. La prima area è Maruzzella. Buchi della camorra, imprenditoria collusa e assenza di controlli. In questo caso i siti censiti hanno avuto tutti gestione pubblica (consorzi o partecipate) o della Fibe Spa, la società di Impregilo che avrebbe dovuto realizzare il ciclo di gestione dei rifiuti in Campania. Ci sono ammassati circa 2 milioni e 900mila tonnellate di rifiuti. In uno dei siti monitorati, nelle acque sotterranee si rilevano superamenti dei livelli di arsenico, ferro, manganese, idrocarburi, piombo così come nelle acque di falda: ferro e arsenico. L’altra area contaminata è quella di Lo Uttaro, con 8 siti tra discariche e sversatoi, dove è stato rilevato il superamento nelle acque di falda dei limiti di ferro, manganese, arsenico, fluoruri, dicloreratano, solfati. Nel dossier si evidenzia lo stato di avanzamento degli interventi dei siti “contaminati”, censiti nel 2005.
Allora ne erano stati già individuati 2.551 «potenzialmente inquinati» ma solo su 519 (il 20 per cento) si registra, a settembre 2010, un avanzamento dell’iter procedurale. Su questi 519, 67 sono risultati non contaminati, i bonificati sono 5, quelli in corso di bonifica 3. Per intervenire servono risorse: «L’anagrafe e il censimento dei siti inquinati in regione - denuncia Antonio Amato, presidente della commissione Ecomafie della Campania -, restituiscono una situazione drammatica e realisticamente, sarebbero necessarie oltre 4 Finanziarie dello Stato per realizzare una bonifica completa». L’ultima discarica abusiva scoperta grazie alle rivelazioni di Vargas, con rifiuti di ogni genere interrati, si aggiunge all’enorme distesa di terra contaminata in Campania. Il rapporto dell’Arpac calcola oltre 2 milioni e 700mila metri quadri di territorio devastati e oltre 17 milioni e 400mila metri cubi di rifiuti stimati. Dati che si riferiscono solo alle aree conosciute, ma basta un pentito per scoprire nuovi inferni.
Da Terra di Nello Trocchia
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