martedì 1 febbraio 2011

Maschere

“L’Italia è un Paese ridicolo e sinistro”. Nel settembre 1975, quando i sociologi la consideravano il laboratorio politico d’Europa e le forze progressiste, anche quelle spagnole, vedevano la sua società civile come un modello da imitare, Pier Paolo Pasolini scrisse queste parole. “I suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue. Ma i cittadini italiani non sono da meno”. Pasolini, considerato dai suoi compatrioti, persino in alcuni ambienti di sinistra, un intellettuale sgradevole a causa del pessimismo scarno delle sue opinioni, indicava due colpevoli: la scuola e la televisione, complici nell’aver trasmesso un’ideologia di edonismo carente di valori umani e umanisti.
35 anni dopo, Berlusconi incarna la visione pasoliniana della realtà con tanta maestria, come se stesse interpretando il ruolo principale nell’opera postuma dell’artista. I capelli tinti ed il viso coperto di trucco, le sue disperate ostentazioni giovanili di seduttore senile battono ogni giorno i suoi record di indecenza, senza che molti dei suoi concittadini trovino motivi per smettere di celebrare le sue pagliacciate.
Non voglio essere sgradevole, ma Berlusconi mi sembra più sinistro che ridicolo. Per provare che i sociologi degli anni settanta avevano ragione quando avvertivano che la società italiana anticipava l’evoluzione del resto del continente, basta contemplare le maschere della principessa del popolo e la sua corte di enormità. Sotto c’è una faccia brutta e volgare che nessuno vuol vedere. È la magia della televisione. Quando la triviale rappresentazione del cannibalismo smetterà di essere un ameno passatempo da godersi in famiglia, allora forse le sue stelle si saranno trasferite nei seggi del Governo e ci sarà qualcuno che dirà che è pura democrazia. Conviene prepararsi al peggio, leggete Pasolini.

http://www.elpais.com/articulo/ultima/Mascaras/elpepiopi/20110131elpepiult_1/Tes

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