Una materia prima talmente richiesta dal mercato internazionale da aumentare nel prezzo del 600% in meno di 4 anni; manodopera offerta a costi irrisori; autorità locali disposte ad ignorare decine di morti nelle miniere e un autentico disastro ambientale in due parchi naturali, per finanziare una guerra senza fine. E poi ancora, colpi di Stato, contrabbando, diamanti.
Questa è la storia del coltan nella Repubblica Democratica del Congo. Una sostanza che è nel vostro cellulare, nella consolle per videogiochi o nella telecamerina che sognate di comprare, ma anche nei rapporti ONU, nelle denunce delle ong, in interrogazioni parlamentari...
Che cos'è?
E' una specie di sabbia nera leggermente radioattiva formata dai minerali di colombite e tantalite dalla cui contrazione deriva il nome "coltan". Dal coltan viene estratto il tantalio, un metallo raro, molto duro e resistente alla corrosione, usato per la costruzione di turbine aeronautiche e per la fabbricazione di condensatori elettrici di piccole dimensioni. E' usato per aumentare la potenza degli apparecchi riducendo il consumo di energia.
Ha un peso simile a quello dell'oro e pressappoco lo stesso valore. L'80% delle riserve mondiali di coltan si trovano in Africa e l'80% di queste sono in Congo.
Strettamente associato con il niobio (elemento chimico col numero atomico 41) nei minerali e nelle proprietà, il tantalo è stato scoperto nel 1802 dal chimico svedese Anders Gustaf Ekeberg. Deve il suo nome al personaggio mitologico Tantalo (figlio di Niobe) a causa della iniziale identificazione con il niobio. Fu il chimico tedesco Heinrich Rose a dimostrare nel 1844 le loro diverse caratteristiche.
Sebbene isolato molto presto rispetto da altri materiali impuri, fu il chimico russo Werner Bolton che preparò nel 1903 il primo tantalio duttile impiegato come filamento incandescente delle lampadine.
TANTALIO
Simbolo chimico: Ta
Numero atomico: 73
Peso atomico: 180.948
Punto di fusione: 2,996° C (5,425° F)
Punto di ebollizione: 5,425° C (9,797° F)
Proprietà: Duro, molto denso e resistente alla corrosione da acidi. Ottimo conduttore di calore ed elettricità, ha un elevato punto di fusione.
Dove si trova?
Il coltan in natura è nei minerali della colombite e tantalite. Il tantalio mondiale viene fornito da miniere brasiliane, canadesi e australiane. In seguito all’improvviso aumento della sua richiesta seguito al boom dei telefonini, il suo prezzo è aumentato da 65 dollari al chilogrammo nel 1998 a 550 dollari nel 2000 e 375 dollari oggi. Visto che le miniere esistenti, prevalentemente in Australia, Brasile e Canada, non potevano seguire l’improvvisa esplosione della domanda e che l’espansione della produzione avrebbe richiesto anni, i raffinatori di tantalio hanno cercato nuove fonti di approvvigionamento.
L’unico Paese al mondo a possedere riserve di tantalio immediatamente utilizzabili è risultato essere la Repubblica Democratica del Congo (ex-Zaire), dove nella regione orientale di Kivu sono stati scoperti vasti depositi superficiali di sabbie ricche di coltan. Solo recentemente, in seguito alla contrazione della domanda internazionale e alla scoperta di nuovi giacimenti in altri continenti, la 'febbre del coltan' in Congo sembra essersi affievolita.
LO SFRUTTAMENTO DEL CONGO
Il coltan congolese è estratto da una massa di improvvisati minatori che scavano con pale e picconi o addirittura a mani nude il terreno per tirarne fuori la sabbia e portarla a spalla ai centri di raccolta nella città di Goma e da lí in Rwanda. Per nutrire questa massa di disperati i cacciatori stanno sterminando la fauna selvatica dei parchi nazionali della zona.
In particolare, secondo una denuncia del WWF, due tra i luoghi piu' prestigiosi del nord del Paese sono in pratica devastati dall'estrazione del coltan: il Parco nazionale di Kahuzi-Biega e la riserva naturale di Okapi, la cui fauna è a rischio di estinzione. La popolazione di elefanti, ad esempio, è precipitata quasi a zero rispetto ai circa 3.600 pachidermi censiti nel '96; nella sola parte settentrionale del parco di Kahuzi-Biega, sono rimasti 220 gorilla; nel '96 erano il doppio.
A cosa serve?
Dai videogame alle armi nucleari. Grazie alla sua capacità di resistere alle alte temperature e frequenze, il Tantalio - estratto dal Coltan - è diventato un elemento sempre più necessario all'industria elettronica.
Da componente indispensabile per la produzione missilistica e nucleare e per il settore aereospaziale oggi è il "genere di prima necessità" più ricercato dai produttori di telefonia mobile. Cellulari, cerca-persone, personal computer, videogames, ma anche materiali ad uso chirurgico per funzionare hanno bisogno dei microcondensatori al tantalio.
COLTAN E CELLULARI
I nuovi telefoni sono così piccoli grazie all'utilizzo di alcuni metalli, quali il rame, il nichel, il palladio, l'oro, e il tantalio, che aiutano a ridurre le dimensioni. In particolare, il tantalio utilizzato nella costruzione di condensatori passivi che regolano il voltaggio alle alte temperature, negli ultimi anni è stato un fattore chiave nella riduzione delle dimensioni dei telefoni mobili. Tanto che la richiesta di questo componente minuscolo da parte dei giganti della telefonia mobile ha spinto il prezzo del prezioso metallo fino al 600% in meno di tre anni.
Il telefono cellulare non è altro che una radio che invia e riceve segnali lavorando a bassa potenza. Contiene una batteria, un piccolo microfono, un minuscolo altoparlante, un display a cristalli liquidi, una tastiera, non diversa da un telecomando televisivo, un'antenna, usata per ricevere e trasmettere segnali. I condensatori di tantalio sono utilizzati come accumulatori di energia, pronti all'uso quando sopravvenga una forte ondata di energia verso un telefono cellulare. Questi componenti aiutano a fornire quell'energia extra per il telefono, che la batteria non può fornire da sola.
Nel 2000 sono stati venduti globalmente 400 milioni di telefoni, il 45% in più rispetto all'anno precedente. Nel 2001 i leader della telefonia mobile si aspettano di venderne in tutto il mondo più di 500 milioni di unità. Dal momento che i telefoni cellulari non sono ancora riciclabili, i fabbricanti non possono riutilizzare i metalli rari per i telefoni futuri, anche se si stanno sperimentando forme seppur limitate di riciclaggio. I prezzi del tantalio sono quindi rimasti alti anche perché gli unici sostituti dei condensatori di tantalio - i condensatori di ceramica - non possono essere costruiti in scala sufficientemente piccola per adattarsi alle dimensioni dei nuovi cellulari.
Nell'aprile 2001 l'Onu ha presentato un rapporto contro lo sfruttamento illegale dei giacimenti di coltan nel nord del Congo e il traffico di diamanti dall'Angola. Secondo i dati dell'ONU, circa 1500 tonnellate del prezioso materiale sono state esportate illegalmente dall'Africa tra la fine del 1998 e l'estate 1999. Il traffico di coltan, ma anche di oro e diamanti, avrebbe fruttato ai guerriglieri del Raggruppamento congolese per la democrazia circa un milione di dollari al mese, che sarebbero stati impiegati per finanziare la guerra contro il governo di Kinshasha. Dopo la diffusione di queste notizie, diverse associazioni non governative belghe hanno lanciato una campagna di protesta con lo slogan ''niente sangue sul mio Gsm''. E proprio le pressioni delle ong hanno convinto la compagnia aerea belga Sabena (citata nel rapporto ONU insieme ad altre 13 compagnie) e la svizzera Swissair a sospendere il trasporto del coltan.
Gli interessi in gioco
"I principali motivi di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono diventati l'accesso a cinque risorse minerali di prima importanza- colombotantalite, diamanti, cuoio, cobalto e oro - nonché il controllo ed il commercio di queste materie". E' il primo punto delle conclusioni degli esperti ONU, che nello scorso aprile in un rapporto hanno messo nero su bianco nomi, indirizzi, responsabili e vittime del traffico del coltan.
Il Consiglio di Sicurezza ha istituito una commissione d'inchiesta ancora al lavoro, e altrettanto ha fatto il Parlamento belga, preoccupato per il possibile coinvolgimento di imprese del Paese.
Per inquadrare la dimensione del traffico e suoi effetti, alcune cifre: all'inizio degli anni '90, una libbra di coltan costava 20 dollari, e ancora 4 anni fa, il prezzo oscillava intorno ai 97 dollari. Nel gennaio di quest'anno, è arrivato a 350 dollari per libbra, prima di scendere nelle ultime settimane. Lo scorso marzo, una settantina (ma c'è chi dice oltre 100) minatori sono morti per il crollo di una miniera vicino a Goma. Nella riserva naturale di Okapi, dove si estrae il coltan, la fauna è a rischio di estinzione. Solo fra la fine del 1998 e l'estate 1999 circa 1500 tonnellate di coltan sono state esportate illegalmente dall'Africa.
Il percorso del coltan è parallelo a quello di oro e diamanti e avrebbe fruttato ai guerriglieri del Raggruppamento congolese per la democrazia un milione di dollari al mese. Soldi trasformati in armi per combattere contro il governo di Kinshasha.
CUI PRODEST
"Il legame fra lo sfruttamento delle risorse naturali e il proseguimento della guerra nella Repubblica Democratica del Congo - si legge nel rapporto degli esperti ONU - è effettivo e poggia su 5 fattori (...):
- l'attitudine di certi paesi a finanziare la guerra fino ad un certo punto poggiando su risorse proprie, come nel caso dell'Angola;
- l'attitudine di certi Paesi a prelevare risorse dal nemico e a servirsene per condurre una guerra 'autofinanziata', come nel caso del Ruanda;
- la propensione di certi governi di mettere a profitto e sviluppare una situazione di guerra per trasferire a beneficio della loro economia nazionale ricchezze prelevate da altri Paesi, come nel caso del Ruanda e dello Zimbabwe;
- l'interesse di privati cittadini ed alcune imprese a prolungare la guerra per trarne un beneficio politico, finanziario o altro. E' il caso dei generali dell'esercito ugandese e dello Zimbabwe, di politici poco raccomandabili (Victor Mpoyo, Gaetan Kakudji, Mwenze Konkolo) nel governo della RDC;
- l'attitudine di una delle parti in conflitto a offrire un interessamento (sotto forma di prodotti minerari e sotto altre forme) ai propri alleati e ai suoi soldati, come nella RDC".
Di coltan in quest'angolo di Africa ce n'è molto: l'80% dei giacimenti mondiali conosciuti, anche se ora si comincia ad estrarre in Sudamerica e in Oceania. E qui il coltan sembra riuscire in un compito impossibile, mettendo d'accordo affaristi e governi, rispettabili società di esportazione e ribelli congolesi; trafficanti e autorità locali; Paesi nemici riavvicinati dalla prospettiva di facili guadagni in un Paese, la RDC, dove buona parte del territorio è presidiato dai guerriglieri e dove la morte di Kabila ha indebolito il potere centrale.
Fulcro insostituibile, la Societé minière des Grands Lacs (Somigl), creata e controllata dal Rassemblement Congolais pour la Democratie (RCD), che amministra il Congo occupato dalle truppe ruandesi. Una percentuale fissa del ricavato dall'esportazione del coltan (ufficialmente, il 10%) viene così direttamente assorbita dai ribelli ruandesi, come documentato dall'inchiesta del http://www.diario.it/ . Ma come sempre in Africa, cifre precise sono impossibili.
Un paese occupato
VUOTI DI POTERE PERICOLOSI. E VOLUTI
In Congo si combatte ormai da 4 anni. E qualcuno rimpiange oggi, nel 2001, persino lo spietato Congo belga di Leopoldo I. L'assassinio di Laurent Desiré Kabila, lo scorso 16 gennaio, ha gettato un intero Paese ancor più nel caos, mentre migliaia di bambini prendevano in mano fucili, come denunciato ripetutamente da Amnesty International, e poco meno di 700 mila civili scappavano via.
Ovunque, pur di sopravvivere. Negli ultimi 4 anni i morti sono oltre 2,5 milioni: innumerevoli i casi di stupro, sevizie, torture. In Congo tutto è permesso, e tutti vogliono esserci, nella convinzione di arraffare qualcosa.
Uganda, Ruanda, Zimbabwe ed Angola sono presenti con proprie truppe e il loro ritiro è uno dei punti controversi dell'applicazione degli accordi di pace di Lusaka del 1999.
GLI ULTIMI ANNI
La situazione, in tempi recenti, peggiora nel 1994. Il genocidio e la guerra civile ruandese provocano un enorme flusso di profughi: oltre un milione, verso il Congo (allora ancora Zaire). Il Congo importa disperati disposti a tutto per vendicare pulizie etniche subite da hutu e tutsi. Nel 1996, in settembre scoppia la guerra nella regione del Kivu (a est del Paese). A guidare i ribelli è Laurent Desiré Kabila, con il sostegno dei governi di Ruanda (ormai saldamente in mano ai tutsi) e Uganda.
Nel '97 Kabila avanza verso la capitale mentre le forze armate regolari si dissolvono. Il 17 maggio Kabila si proclama capo dello Stato subito dopo la partenza da Kinshasa del maresciallo Mobutu Sese Seko al potere da 32 anni, da quando lo Zaire era diventato indipendente dal Belgio. Il paese torna a chiamarsi Congo (repubblica democratica) e Kabila assume pieni poteri, reprimendo brutalmente ogni opposizione interna.
Nel '98, in agosto, scoppia una nuova ribellione nel Kivu, questa volta contro il regime di Kabila, da parte di ex militari zairesi e miliziani banyamulenge (congolesi tutsi di origine ruandese). La rivolta si trasforma rapidamente in una guerra regionale con l'intervento di Ruanda, Burundi e Uganda a fianco dei ribelli e di Angola, Namibia e Zimbabwe a sostegno di Kabila.
Il 18 aprile 1999 Kabila e il presidente ugandese Yoveri Museveni firmano in Libia un accordo che prevede un cessate il fuoco e il ritiro delle forze straniere, ma il conflitto continua. Il 10 luglio un nuovo accordo viene firmato da Kabila e i suoi alleati, oltre che da Uganda e Ruanda, ma anche questo accordo viene disatteso. Secondo fonti Onu continuano i massacri e le violenze. L'ONU, finalmente, interviene nel febbraio 2000, inviando 5.537 soldati: il 17 giugno l'Onu approva una risoluzione in cui ordina il ritiro di tutte le forze straniere. Ma non fissa una data limite e tutto, o quasi, resta come prima.
Il 6 dicembre 2000 le parti in conflitto, fatta eccezione per uno dei tre movimenti ribelli, firmano un accordo di disimpegno delle loro forze per permettere il dispiegamento della forza dell'Onu. Promesse vuote, perché nessuna delle Potenze confinanti vuole lasciare il Congo per prima, nessuna delle fazioni vuole disarmarsi. A gennaio Kabila è assassinato e il parlamento proclama presidente suo figlio, il generale Joseph Kabila, che ad inizio aprile destituisce il governo. Il nuovo esecutivo, tra l'altro, compie un passo importante e liberalizza il commercio dei diamanti, prima fonte di valuta per il Paese, sospendendo il monopolio di acquisto ed esportazione di una società israeliana. Secondo stime ufficiali, il potenziale di esportazione del settore diamantifero della Rdc è dell'ordine di 600 milioni di dollari all'anno (circa 230 miliardi di lire), ma le esportazioni legali non superano attualmente i 240 milioni di dollari. I resto, se ne va in contrabbando, e la liberalizzazione dei traffici potrebbe arginare, si spera, il fenomeno.
SPIRAGLI DI LUCE
Lo scorso 6 luglio a Nairobi un vertice tra il presidente ugandese Yoweri Museveni e quello ruandese Paul Kagame sembra metter fine allo scontro tra Ruanda ed Uganda, una delle variabili impazzite del dramma concolese. Poche ore prima, a Dar es Salaam, in Tanzania, Museveni e il presidente della RDC Joseph Kabila annunciano il disgelo tra Uganda e Congo, fino ad oggi di fatto in guerra.
Le potenze regionali vicine hanno cominciato a ritirare le truppe dal Congo, dove sono arrivati i caschi blu Onu. Certo, nel Congo si continua a morire. Nelle ultime settimane, in particolare, sono stati uccisi poco meno di un migliaio di stregoni, a colpi di machete. Le loro proprietà vengono espropriate e ridistribuite nella comunità, e forse, come sempre in Congo, dietro ad apparenti motivazioni religiose si nascondono interessi economici, faide etniche, vendette tribali. Ma i segnali incoraggianti, una volta tanto, non mancano.
E' di questi giorni (23 agosto 2001) la notizia dell'avvio del dialogo a Gaborone, in Botswana, fra le parti in lotta in Congo. Presto potrebbe riunirsi il Dialogo intracongolese, il forum nazionale previsto dagli accordi di pace di Lusaka firmati due anni fa per la pacificazione della Repubblica Democratica del Congo. I Paesi confinanti sono stati nuovamente invitati a ritirare le truppe dal Congo. Nel forum nazionale saranno il governo di Kinshasa, la Coalizione democratica congolese (sostenuta militarmente dal Ruanda) e il Movimento di liberazione del Congo (appoggiato dall'Uganda). Obiettivo, arrivare in due, tre anni ad elezioni democratiche. Ma si parlerà, forse, anche di coltan.
La signora del Coltan
LA GUERRA PER LA SOMICO
Nello scorso maggio, il controllo della Somico diventa scontro fra bande, lotta di fazioni politiche, guerra con alleati internazionali.Il presidente Kabila nomina un comitato di gestione, ma il ministro Norbert Likulia Bolongo designa a sua volta suoi uomini. Gli investitori stranieri prendono tempo: partner giapponesi , in particolare, portano capitali nella Somico, e vogliono vederci chiaro, minacciano azioni legali per sapere chi realmente controlla la Società. Il presidente e amministratore delegato, Philémon Mwami, a cui hanno staccato un assegno da 3 milioni di dollari, muore in Francia. Mwami ha firmato contratti con aziende locali, dalla società di tlc Oasis alla Sottemair (aerei). Il direttore generale della Somico, Makela, vive sotto minaccia di morte e viene indagato dalla magistratura locale.
Ma in Congo il controllo della Somico è solo uno degli scacchieri sui quali si confrontano trafficanti, politici locali e capitali stranieri. Altro terreno è stato, in passato, la Sominki, Società mineraria e industriale del Kivu, sull'orlo del fallimento: Mobutu nel '95 l'aveva venduta a un gruppo canadese che aveva creato due compagnie: la Sakima e la RMA, nelle quali aveva interssi il Ruanda. Kabila annullerà poi tutta l'operazione. I minerali del Kivu sono una delle maggiori fonti di entrate per il Congo: dal Kivu parte Kabila nel '97, dal Kivu partono dopo i ribelli anti Kabila del Rassemblement congolais pour la démocratie (RCD), che confiscano gli stock della Sakima e della RMA e impondono una 'gestione provvisoria' ancora in carica. All'ex direttore della RMA, Victor Ngezayo, non resta che fondare un partito: ripetute minacce di morte lo elimineranno dalla scena politica. Si combatte per controllare le miniere, per le piste d'atterraggio dove aerei portano via oro, diamnati e coltan e scaricano fucili, razzi, munizioni.
SIGNORA DELLA GUERRA
Alle spalle delle compagnie regolarmente registrate, con tanto di consiglio di amministrazione e sede legale, prospera il contrabbando. Regina, secondo il rapporto ONU sul Congo, è una donna nota nella regione dei Grandi Laghi: Aziza Gulamali Kulsum. Ha una fabbrica di sigarette a Bukavu, alla frontiera con il Ruanda, ha rifornito di armi i ribelli hutu del Burundi. Ma soprattutto, è in grado di spostare qualsiasi bene (oro, avorio, armi, e anche coltan) in un'area dove nessun potere statale controlla il territorio. Finanzia regolarmente i ribelli del Congo e esporta il coltan via Ruanda.
Il traffico diventa così ingente da portare alla creazione della SOMIGL (Société minière des Grands Lacs), monopolista delle export di coltan, che versa il 10% dei ricavi dichiarati alla Repubblica Democratica del Congo, e il resto (profitti esosi della Kulsum a parte)... ai ribelli congolesi appoggiati dal Ruanda.
da amicidimweso.com