Credo ke la camorra dalle nostre parti sia come una cappa di aria putrida, ke soffoca ogni profumo, ma anke ogni luce. Tanto da renderla fioca, tanto da spegnerla. Non si intravedono vie d'uscite, in un labirinto così soffocato. Sembra quasi di morire. O qui ci muori, rancoroso, o te ne vai. O qui inghiotti ogni giorno la tua dose di ingiustizie subite, di ingiustizie palesi, di soprusi, di inciviltà, di indifferenza, di ipocrisia, di bieco cinismo, o emigri. O ti arruoli, o decidi ke ki ti riscalderà sarà lo stesso sole ke ti ha visto nascere. E capisci ke il vesuvio, in fondo, è la cosa meno pericolosa in questa terra. E ci convivi. "Come fate a vivere sotto a questo tremendo vulcano?", spesso mi kiedono amici e conoscenti del nord. "Facile, noi non ci rendiamo nemmeno conto di ke potenziale pericolo è il Vesuvio. Siamo alle prese con una battaglia quotidiana ke ti toglie il respiro, ke ti distoglie l'attenzione. Ke ti sukkia le energie." E sì, perkè non cascare nel tunnel della camorra, non rimanerne inviskiato, non delinquere per soldi facili, per ki come me ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia onesta e lavoratrice, è apparentemente facile. Ma lottare nella quotidianietà per non cadere nella lobotomica indifferenza verso le piccole manifestazioni camorristike, cercare di non essere mai complici della criminalità, anke solo dimostrandosi omertosi verso questo o quello episodio, credetemi, nella nostra terra è davvero massacrante.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento