mercoledì 23 settembre 2009

Odio parlare a telefono

Okkio a quello ke succede in Italia, ma soprattutto okkio a quanto successo negli ultimi anni. In questo periodo è come se ci stessimo ridestando da un coma profondo, ke ci ha fatto investire da scandali contro scandali, senza ke ce ne rendessimo conto. Vallettopoli, puttanopoli, compravendita di senatori, servizi segreti (di nuovo) deviati, stragi di stato, pentiti scomodi, boss salvati. E stampa zittita, o aziendalizzata. Questo non capisco, ancora di più. Io lavoro in un'azienda, sono impiegato, e molto spesso vedo atteggiamenti inconsciamente proni verso il titolare da parte dei dipendenti: una risata enfatizzata, una battuta da ridere per forza. Ma in un'azienda questo ci può stare. Alla fine il rispetto verso un datore di lavoro si manifesta anke così, insconsciamente riconoscente, anke quando lo si bestemmia in serbo croato. Così sembrano i giornalisti: non credo affatto ke Berlusconi bakketti ogni giorno Sottile, o istruisca Vespa per filo e per segno. O ke Fede sia sodomizzato di giorno e di notte. Credo piuttosto ke, di fronte ad un uomo ke appare potente e inafferrabile, l'inconscia riconoscenza assume le sembianze di zerbinismo, di ingiustificato rispetto per ogni azione, parola e gesto. E' qui ke frega tutti: ci tratta come suoi impiegati e operai. Lui è il direttore. E ki rompe, i sindacalisti, gli ideologici, via a casa, licenziati per ingiusta causa. Anzi, dimissionari. Basta, non se ne può più. E volevo aggiungere: odio parlare a telefono!

martedì 22 settembre 2009

Delirio notturno

Piano di espulsioni. Riviste patinate, inciuci, gossip. Rimpatri forzati, migranti pikkiati, omosessuali accoltellati. Rom ladri, rom assassini, politici corrotti. Maltempo, allagamenti in città, cosa bolle in pentola. Fabbrike kiuse, cassa integrazione, "Posso portare il mio curriculum? Vi prego, ho bisogno di lavorare". Famiglie sull'orlo del fallimento, dipendenti più rikki degli imprenditori. Mio padre più ricco di un avvocato. Io molto più ricco di Briatore. Treni troppo lenti, treni troppo sporki. Abbonamenti cari, assunzioni bloccate nelle ferrovie. Abbasso la rai, vivalarai, Santoro in, Travaglio out, Santoro out.

lunedì 21 settembre 2009

Così fan tutti

Non è il titolo del nuovo film di Tinto Brass, nè tantomeno della pornositcom della Marcuzzi. E' solo il commento nazionalpopolare più diffuso sui processi a Berlusconi: "Perkè se la prendono solo con lui? Gli altri ke fanno? Non fanno lo stesso?". Perciò, secondo una parte della popolazione, Berlusconi non deve essere giudicato per le cose negative, ma solo per le iniziative positive del suo governo. Insomma, lasciamolo fare quello ke cazzo ci pare. Poi ci penseranno Vespa, Vinci, Minzolini e soci a dipingere un bel quadro colorato della realtà. La gestione aziendalista di Berlusconi fa sì ke i suoi "dipendenti" lavorino a suo favore, kieda o non kieda il cavaliere, loro sono sempre a tappetino. Più subdoli di Fede. E poi kissenefrega se Santoro non ha più spazio, se la Gabanelli dovrà pagare milioni di avvocati ad ogni puntata, se Travaglio meno male ke si è creato un nuovo giornale, così non rimane senza lavoro. Quel giustizialista di Travaglio. La libertà d'informazione non esiste, ricordatevelo. Partecipiamo alla manifestazione del 3 ottobre a Roma, strappiamoci il bavaglio. Urliamo, se è il caso. "LIBERTA'".

domenica 20 settembre 2009

Luci fioke all'orizzonte

Credo ke la camorra dalle nostre parti sia come una cappa di aria putrida, ke soffoca ogni profumo, ma anke ogni luce. Tanto da renderla fioca, tanto da spegnerla. Non si intravedono vie d'uscite, in un labirinto così soffocato. Sembra quasi di morire. O qui ci muori, rancoroso, o te ne vai. O qui inghiotti ogni giorno la tua dose di ingiustizie subite, di ingiustizie palesi, di soprusi, di inciviltà, di indifferenza, di ipocrisia, di bieco cinismo, o emigri. O ti arruoli, o decidi ke ki ti riscalderà sarà lo stesso sole ke ti ha visto nascere. E capisci ke il vesuvio, in fondo, è la cosa meno pericolosa in questa terra. E ci convivi. "Come fate a vivere sotto a questo tremendo vulcano?", spesso mi kiedono amici e conoscenti del nord. "Facile, noi non ci rendiamo nemmeno conto di ke potenziale pericolo è il Vesuvio. Siamo alle prese con una battaglia quotidiana ke ti toglie il respiro, ke ti distoglie l'attenzione. Ke ti sukkia le energie." E sì, perkè non cascare nel tunnel della camorra, non rimanerne inviskiato, non delinquere per soldi facili, per ki come me ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia onesta e lavoratrice, è apparentemente facile. Ma lottare nella quotidianietà per non cadere nella lobotomica indifferenza verso le piccole manifestazioni camorristike, cercare di non essere mai complici della criminalità, anke solo dimostrandosi omertosi verso questo o quello episodio, credetemi, nella nostra terra è davvero massacrante.